Enrico Florentino
22 Luglio 2019

#043 – La scrittura rende autorevoli – intervista a Nicola Foletti

“La scrittura rende autorevoli”, sembra proprio di sì visto che molti consulenti finanziari stanno cimentandosi nella produzione letteraria professionale.

Scopri gli argomenti dell'episodio:
L'idea di scrivere la newsletter (8:00)
La routine (17:00)
Il calendario editoriale (24:10)
I benefici (36:20)
L'esperienza in Academy (47:30)

Ciao e grazie per aver deciso quest’oggi di stare in mia compagnia ascoltando la puntata numero 43 dell’IMPRENDIPROMOTORE PODCAST. Io sono Enrico Florentino e voglio aiutarti a migliorare la tua impresa di consulenza finanziaria.

Prima di cominciare questo episodio, prenditi un momento per iscriverti a questo podcast e, se ti va, lascia una recensione.

 

A parlarne con me in questa puntata è Nicola Foletti, un consulente finanziario che da oltre un anno porta avanti una newsletter chiamata Ratatouille, che invia settimanalmente ai suoi clienti. Il riscontro che ha presso la clientela è notevole, sia in termini di vicinanza e percezione del valore, cosa estremamente importante in un momento come questo dove la MIFID2 mette al microscopio il tema della percezione del valore, anche in termini di referenziabilità proveniente da altri clienti.

Prima di raccontare un poco quel che stai e stiamo facendo insieme, mi piacerebbe che cominciassimo a raccontare “chi è Nicola Foletti”.

Foletti: Per me Nicola è un uomo fortunato. Ho avuto la possibilità di fare tante esperienze nella vita, sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista umano e ognuna di queste mi ha arricchito e ha contribuito a farmi progredire verso quello che oggi è Nicola e di cui tu vuoi sapere, errori, cicatrici e sbagli compresi.

Mi ritengo fortunato perché continuo ad avere la possibilità di crescere, di progredire e perché ho realizzato qualcosa che per me è sempre stato importante, una parte di quei sogni che avevo da ragazzo.

Il punto fondamentale è che sono cresciuto in una famiglia molto unita, una famiglia divertente, una famiglia in cui l’unione e la condivisione era il centro dell’affetto, il centro della vita quotidiana. Purtroppo poi anche segnata da un lutto inaspettato e molto profondo.

Quello che per me è davvero importante è stato crescere con due sorelle più grandi che hanno contribuito moltissimo alla mia educazione. È stato importante per la mia crescita, quando mia moglie mi ha preso io ero già educato, sapevo già quale fosse il mio posto, obiettivamente anche lei è stata una donna fortunata.

Siamo fortunati insieme perché viviamo un matrimonio felice, abbiamo due figli piccoli che sono una gioia infinita. La cosa mi rende orgoglioso perché fin da bambino sapevo di volere una famiglia, sapevo che avrei voluto dei figli.

Dal punto di vista professionale mi sento un uomo fortunato perché sono riuscito a realizzare tante cose diverse, ho vissuto in settori diverse, ho fatto esperienze diverse.

Ho iniziato come agente di commercio poi diventato imprenditore, poi mi sono fermato e sono diventato dipendente, da dipendente mi sentivo stretto e sono diventato libero professionista come consulente finanziario oggi e ora sto cercando di ritornare ad essere imprenditore.

Florentino: Questa è una cosa che può essere definita come una ricchezza perché oggi spesso si incontrano persone che hanno fatto solo una o due cose nella vita. In realtà, la ricchezza è data anche dalle esperienze accumulate e probabilmente anche dagli errori e dai dolori alla fine possono essere di grande insegnamento.

Foletti: Si, credo molto in questa cosa che hai detto e mi è ricapitato in questi giorni di riprendere in mano una frase di un famoso poeta libanese che è Khalil Gibran: “Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza e i caratteri più solidi sono pieni e cosparsi di cicatrici.” Io credo che il percorso di ognuno si possa anche disegnare attraverso i propri errori. I propri errori devono permettere di cadere e rialzarsi come fanno i bambini che cadono e si rialzano, cadono e si rialzano ancora e poi è chiaro che bisogna essere fortunati di avere attorno delle persone che ti aiutano a rialzarti e l’occasione per farlo.

L’idea di scrivere la newsletter (8:00)

Florentino: Io partirei da questa bella immagine del cadere e rialzarsi, perché sottende in qualche modo anche una disponibilità a rimettersi costantemente in gioco, forse ad avere grande speranza nel futuro, a vedere il futuro come un’opportunità, più che come una sorta di minaccia. Tu un anno fa hai cominciato a scrivere una tua newsletter che settimana dopo settimana è arrivata al 54° numero. Cosa ti ha spinto a scrivere una tua newsletter visto che è una sfida importante e se non ricordo male non facevi questo tipo di attività.

Foletti: Ricordi bene, non ho mai fatto esperienze di scrittura e sei stato tu a spingermi a scrivere una newsletter, grazie ad una giornata di formazione che hai erogato presso la mia mandante poco più di un anno fa.

Ricordo molto bene quell’aula, per me è stata una giornata illuminante. In quell’aula in particolare raccontavi quale stava diventando lo sviluppo della professione e quali sono le sfide che la professione si sarebbe ritrovata presto ad affrontare.

Mettevi al centro del rapporto fra il consulente finanziario e i suoi clienti, la comunicazione, la capacità di essere vicino a loro, la capacità di farsi conoscere, la capacità di farsi scegliere per poter dare un servizio che non fosse un qualcosa di tecnico, una cosa erogabile dal computer.

Tutto questo passa e passava attraverso la creazione di contenuti, non solo ma anche attraverso un concetto che per me è sempre stato importante che è quello del dono che è stato importante forse per quel che è stata la mia origine familiare e la mia educazione.

Il concetto del dono e quindi di mettere a disposizione un contenuto prezioso alle persone in modo che loro potessero poi averne un vantaggio, ma poter anche riconoscerci come persone autorevoli e in grado di dare risposta ai loro bisogni.

Quella giornata per me è stata illuminante. Io sono tornato a casa ed ho iniziato a scrivere.

Florentino: Ti ringrazio, chi fa come me un’attività da formatore, il fatto che a valle vi possano essere delle persone che poi vengono stimolate dalle cose che vengono condivise in aula e poi le “mettono a terra”, le rendono pratiche, è un qualcosa di molto bello.

A questo punto mi viene una cosa da chiederti, cosa è successo? Sei arrivato a casa e hai cominciato a scrivere una newsletter dal nome molto originale che è Ratatouille. Raccontaci un po’, a me interessa capire molto cosa è successo da lì in poi.

Foletti: Ho iniziato a scrivere in treno quando stavo tornando a casa. Ho iniziato a scrivere in maniera inconsapevole, ero convinto che avrei dovuto iniziare a farlo con regolarità, avevo capito quale fosse il valore della comunicazione e avevo capito che sarebbe servita una continuità, un impegno importante.

Non mi spaventava perché ne riconoscevo il valore e una cosa di valore richiede impegno, nella vita, nelle scelte. Non ero spaventato, ero molto entusiasta, ho cercato di mettere questo entusiasmo anche nel titolo della newsletter che è Ratatouille.

Ratatouille vuole essere evocativo e non banale, viene da una ricetta provenzale, è una ricetta molto semplice, si tratta di fettine di verdure della stessa dimensione che vengono stufate e poi assemblate come piatto.

Gli ingredienti sono poveri, sono semplici, la preparazione richiede una grandissima competenza da parte di chi la prepara perché ognuna di queste verdure richiede un tempo di cottura diverso.

Per fare il modo che il piatto finale possa sorprendere e possa restituire un risultato che è più della singola somma dei pezzi, la Ratatouille richiede una costante attenzione nella preparazione.

Per me scrivere la newsletter è questo, toccare ogni settimana con una lettera che deve essere fruibile, quindi né troppo lunga né troppo corta per non poter sviscerare un argomento.

Parlare in modo semplice e diretto di tutte quelle che sono le preoccupazioni che le persone ritengono utili nella gestione del proprio denaro, mi permette alla fine di un percorso di mettere insieme queste singole newsletter e produrre una consapevolezza che non è solo frutto della competenza.

Non è spiegare cos’è un’obbligazione ma è cercare di toccare il perché facciamo delle scelte di accantonamento e di risparmio che sono non sempre facili.

Florentino: Non fai solo divulgazione di tipo finanziario ma lo fai raccontando delle storie, raccontando il tuo punto di vista, adottando pienamente quella che è una logica che è del vero e proprio storytelling.

Foletti: Sono convinto che per rendere qualcosa interessante e quindi per ricevere il contenuto, quindi quella parte di educazione finanziaria che è tanto importante che tanto manca, debba esserci qualcosa di personale, ci debba essere la verità.

Quindi io racconto in ogni singola newsletter della mia vita, dei miei amici, degli eventi della mia vita, il matrimonio di due amici o anche cose della mia giovinezza, della mia infanzia, il compagno di classe e il suo modo di sistemare le magliette nel cassetto.

Da lì trovo lo spunto di modo che questo sia metafora dell’esigenza attuale che le persone possono riconoscere.

In maniera che non sia un insegnamento ma uno stimolo di riflessione, affinché uno con piacere riceve questa newsletter e che possa chiedersi se nella sua vita ha qualche significato, se c’è un obiettivo che non ha preso in considerazione, se c’è qualcosa che possa fare meglio.

La routine (17:00)

Florentino: Una delle resistenze più grosse che c’è da parte dei consulenti finanziari nel cominciare ad approcciare l’arte dello scrivere è appunto quello di non sapere da dove cominciare, lavorare su quali argomenti, che contenuti fare, chi la leggerà, ecc.

Avresti voglia di condividere innanzitutto quella che è una routine che tu hai.

Le routine sono quelle che possono metterci nella condizione di ottenere dei risultati. Parafrasando la mia passione per la musica, scrivere è un po’ come imparare a suonare uno strumento musicale, come giocare anche a golf, nel senso che il confronto lo si ha con sé stessi.

Quindi lavorare sulle routine ci aiuta ad installare quelle sane abitudini che poi ci possono portare dei risultati.

Qual è la routine che Nicola Foletti adotta per poter cominciare a scrivere Ratatouille e soprattutto se all’inizio ha cominciato un po’ sull’onda dell’entusiasmo e poi è subentrata la pratica, il raggiungimento della perfezione verso la ripetizione; la perfezione non esiste, chi tende alla perfezione in realtà è una delle più grandi fregature che possono esistere ma questo ci porta costantemente a migliorare.

Foletti: Le routine per me sono importantissime proprio nella loro accezione di abitudine e ci sto lavorando.

Sono partito in una maniera improvvisata, estemporanea benché fossi allo stesso tempo partito dallo sviluppo di un’idea imprenditoriale, della professione di consulente finanziario tramite questa creazione di contenuti.

Mi sono reso conto che non avere una routine, un’abitudine, una struttura del lavoro, lo rende molto gravoso. Per quanto ad una persona possa venir facile scrivere, a me non viene così facile, io ci metto molto tempo e ci lavoro molto. Senza una programmazione, senza una routine è un lavoro faticosissimo.

Da un po’ di tempo ho cominciato a strutturare il lavoro e mi rendo conto di quanto sia più facile, di quanto sia migliore.

Le stesse newsletter, se leggo le prime sono più acerbe e mi rendo conto che nonostante la passione avevo poca consapevolezza di quel che stavo facendo.

Per me ci sono due strumenti che mi hanno aiutato molto a rendere il lavoro sostenibile. Un merito me lo devo riconoscere, nonostante fossi improvvisato, di aver tenuto duro. Ci sono stati momenti molto faticosi in questo anno di scrittura nel quale più di una volta mi sono chiesto se valesse la pena continuare.

Ho visto le albe alla tastiera, non lo dico per scherzo, l’ho fatto più di una volta e questo mi ha convinto che fosse necessario trovare una routine e affrontare la cosa in maniera imprenditoriale.

Ho tenuto duro e sono riuscito a capire confrontandomi e studiando, quali fossero strumenti davvero utili. La svolta deriva da due strumenti:

– Calendario editoriale: mi permette di capire quale tipo di lavoro ho di fronte, non soltanto quando scriverò e pubblicherò qualcosa ma anche grazie al dover mettere in ordine gli argomenti mi rendo conto se c’è qualcosa che sto duplicando, se c’è qualcosa che sto trattando poco, se c’è lo spazio per dividere un argomento in più newsletter.

È preziosissimo avere un ordine mentale di quel che si vuole raccontare anche per far permettere di avere un filo logico della ricetta della Ratatouille completa.

– Mappe mentali: all’inizio le ho utilizzate per fare l’ossatura dell’articolo. Quindi l’argomento che voglio trattare e attorno i rami con i vari punti. Questo mi ha aiutato molto a non perdere la rotta durante la navigazione perché la scrittura porta con noi in un viaggio chi legge, ma allo stesso tempo chi la esercita perché nel momento in cui la si scrive siamo noi a fare quel viaggio.

Ogni tanto mi ritrovavo a scrivere in direzioni inaspettate, non stavo svolgendo il punto che mi ero posto e mi ritrovavo altrove. Alcune volte lo accettato perché fa parte dello scrivere, alcune volte buttavo via tempo.

La mappa mentale mi ha permesso e mi permette quando la utilizzo sulla singola newsletter di tenere il filo. Mi ci rifaccio in continuazione per capire se sto andando nella giusta direzione oppure no.

Negli ultimi mesi la sto usando molto, in maniera proficua per me.

Ho deciso di intervistare una persona, un mio assistito, una persona che conosco e nelle newsletter successive di sviluppare quelli che sono i temi e le necessità che emergono dall’intervista. La mappa mentale la sto usando per rimettere la persona al centro.

Questo mi piace molto perché la newsletter è scritta per le persone e quindi mettere la persona al centro e sviluppare attorno le sue esigenze, le sue speranze, i suoi sogni, mi permette di mantenere non solo la rotta in quella singola newsletter ma di mantenere la rotta in un percorso che è un po’ più ampio.

La mappa mentale ha ancora da offrire molte cose che io non ho individuato ma è uno strumento potentissimo.”

Il calendario editoriale (24:10)

Florentino: Non voglio dare nulla per scontato,  vogliamo spiegare in che cosa consiste il calendario editoriale? E dove lo vai a redigere, utilizzi qualche strumento in particolare, come ti sei organizzato?

Foletti: Anche in questo caso sono andato a tentativi. Ho utilizzato un calendario editoriale su carta, poi l’ho portato su Excel. Nel calendario editoriale pongo alcuni punti e poi ne uso più di uno, li sviluppo in maniera a fisarmonica, aggiungo delle colonne.

In Excel ho una colonna in cui metto l’argomento, una in cui ho messo i destinatari, una dove metto i perché questi destinatari dovrebbero trovare un punto di interesse all’argomento quindi collegare l’interesse ai destinatari, la data in cui desidero che sia pubblicato, in cui dovrebbe raggiungere il lettore, e poi si può iniziare a mettere il canale di pubblicazione: ovvero quando un contenuto esce nella newsletter e magari dopo 2 o 3 settimane può diventare un post sui social oppure l’ossatura per un altro canale di divulgazione che ancora non ho sviluppato che può essere Telegram o il podcast.

Ho già trasformato una decina di newsletter in video ma nel mio calendario editoriale sono stimate per una pubblicazione dopo l’estate. Prima mi ritrovavo ad avere del materiale senza sapere quando l’avrei diffuso e quale logica dare a questa diffusione, oggi so perché ho un panorama finalmente un po’ più a lungo termine del mio lavoro che mi permette di decidere che il video inizierà ad uscire dopo l’estate e sarà accompagnato da altri lavori.

È un investimento importante quello della creazione di contenuti ed è giusto che abbia un riscontro importante.

Florentino: Quanto ha contribuito la redazione del calendario editoriale a sentirti più sereno, tranquillo, ad avere le cose sotto controllo? Uno degli elementi che genera più ansia tra le persone credo che sia l’impossibilità di controllare le cose. Sapere le cose in anticipo, avere una certa profondità, una visione di ciò che avverrà o quantomeno di ciò che vorremmo o vorremo far accadere, quanto ha contribuito a migliorare la tua produzione letteraria?

Foletti: È nato per gestire le mie ansie, per togliermi la preoccupazione di non avere qualcosa di pronto, di non sapere cosa scrivere. Oggi mi posso permettere di pensare alla produzione di materiale e di avere la cambusa piena in modo tale da pubblicare anche con un po’ di calma.

Prima di partire, è necessario aver fatto provvista. Uno degli errori più importanti che io mi riconosco è di esser partito sull’onda dell’entusiasmo e di inseguire la settimana. È faticosissimo, basta la settimana in cui gli impegni di lavoro siano più pressanti o con un’esigenza familiare e ci si ritrova in affanno.

Quando si è in affanno non si produce un buon risultato.

Il calendario editoriale è stato il modo per me per prendere fiato, ci metto meno tempo perché con un anno di esperienza sono più veloce, non solo nella scrittura ma anche nella raccolta del pensiero e dei materiali.

La raccolta del materiale ogni volta che apro il giornale, sito, moduli di formazione della mandante, sono preziosissimi per raccogliere idee da trasferire ai clienti. Il calendario editoriale va fatto in anticipo.

Florentino: Ci sono vari modi di interpretare il calendario. C’è chi dà una ciclicità addirittura mensile al calendario editoriale. Uscendo tutte le settimane, ad esempio la prima settimana del mese è destinata ad un certo argomento ed è sempre quello, ovviamente visto da prospettive differenti, da latitudini differenti.

Oppure c’è una ciclicità infra-annuale ad esempio: dicembre e maggio siccome sono notoriamente due mesi particolari perché maggio prelude alla denuncia dei redditi, dicembre perché va chiudendosi l’anno, magari quei due mesi sono dedicati a come ottimizzare il carico fiscale attraverso gli strumenti finanziari, oppure legati al tema della previdenza. Come ti muovi nella composizione del calendario editoriale?

Foletti: Hai esplicitato delle idee non belle, di più, sono geniali. Se dovessi consigliare a qualcuno di cominciare questa attività di newsletter gli consiglierei questa scelta innanzitutto. Avere una ciclicità degli argomenti aiuta tantissimo. Io sto forzando Ratatouille in una struttura che non era la sua, per cui il calendario editoriale come se fosse una pubblicazione di una novella, di un libro.

Lavoro mentalmente su dei pianeti, su delle galassie di pianeti che sviluppo in maniera ricorrente che non con quella ciclicità che mi potrebbe dare il calendario editoriale.

Sto realmente costruendo Ratatouille mentre lo faccio, tanto che da un anno ho ripreso in mano tutte le newsletter e ho visto che in effetti ci sono dei pianeti con i propri satelliti che caratterizzano la produzione di quest’anno.

Il calendario editoriale messo a frutto come lo racconti tu, con una predisposizione anche del periodo dell’anno in cui ci sono argomenti a cui le persone sono più sensibili è uno dei miei obiettivi.

Riuscire a collegare la fantasia con la quale io do la libertà a Ratatouille di esprimersi e coniugarlo con una visione un pochino più puntuale di quello che succede attorno a me non slegato dal periodo fiscale se uno lo pensa in anticipo.

Florentino: Venendo poi al tema delle mappe mentali, (se volete approfondire vi consiglio di leggere tutti i libri di Matteo Salvo, non lo conosco ma mi sono dato l’obiettivo di invitarlo all’interno dell’Imprendipromotore Academy per un suo intervento) possono essere disegnate con carta e penna o utilizzando degli strumenti online come XMind che è disponibile per sistemi operativi che girano su Mac, sia per Windows ma anche su iPad.

Foletti: Sto scrivendo in tutti i momenti liberi, invece di aggiornarmi sui social, colgo l’occasione per essere produttivo e scrivo con il telefono, con l’iPad, con il computer ma anche in ufficio. Per fare questo sto usando due programmi uno è Pages di Apple che si può usare anche in Cloud, non per forza di cose bisogna avere il Mac, e l’altro è Evernote che è uno strumento molto potente con gli abbonamenti irrisori e anche con XMind si riesce ad essere molto produttivi.

I benefici (36:20)

Florentino: Evernote è di fatto un taccuino elettronico, come se avessimo costantemente dietro un taccuino e una penna che utilizzavano i cronisti negli anni 50, che vedevamo intervistare qualche sportivo o divo del cinema oppure per annotarsi qualche nota di cronaca. Evernote consente di avere lo stesso tipo di funzione però sul telefono.

Che tipo di benefici hai registrato nel redigere una newsletter?

Foletti: Dividere i benefici da professionista da quelli che ritengo abbiano avuto i miei clienti è difficile da misurare. Non ho impostato un lavoro come invece si può fare misurando le metriche di risultato della newsletter, quindi quante volte viene aperta, quale viene letta di più, quale viene rivista dalle stesse persone che l’hanno ricevuta, che invece aiuta a capire e ricevere molto riscontro nel contatto analogico, di persone con i clienti, quali argomenti abbiano portato nei loro pensieri e nel modo di vedere i risparmi.

Il primo effetto è che i miei clienti nel 2018 dopo un anno negativo, non ce n’è stato uno che abbia alzato il telefono per chiamarmi.

Quando li ho chiamati io per dare un po’ di tranquillità ho trovato delle persone molto più consapevoli, molto più tranquille riguardo la variabilità che stavano vivendo sui mercati, la volatilità, il momento negativo.

Invece di parlare di risultati di portafoglio mi sono ritrovato a parlare dell’argomento dell’ultima newsletter.

Questo è stato l’ultimo anno di appuntamenti, di assistenza fatta sui portafogli al di là delle necessità tecniche mi è capitato di parlare degli argomenti di vita e di pianificazione che io parlavo nelle lettere; non più nella percentuale di risultato.

Altra cosa estremamente utile dal mio punto di vista, ogni volta che ho mandato via una newsletter ho ricevuto una richiesta di assistenza tecnica per il bancomat smagnetizzato, per il sito a cui non riuscivano ad accedere.

Questo è stato un grande vantaggio per me perché io non sono in grado di capire se un cliente ha difficoltà nell’utilizzo tecnico di uno strumento, però quella difficoltà è una scocciatura importante per lui.

Pensiamo al bancomat smagnetizzato, se lui è in autostrada, quando si trova la barra dell’autostrada che non si alza e il bancomat che ha infilato è quello della banca che gli ho fatto avere io, sono io il colpevole.

In quel momento, perdo un pezzettino del rapporto con il mio cliente.

Il fatto di ricevere la newsletter, si ricordano del bancomat smagnetizzato e io risolvo il problema prima che si ritrovino con la barra bloccata in autostrada. È un grandissimo servizio e dal punto di vista pratico ho riscontrato questo.

Dal punto di relazione invece ho registrato molto di più.

La mia sensazione è di essere ai loro occhi molto più autorevole e di essere accolto quando vado a casa perché sanno quanto sono impegnato.

Vedono che io scrivo ogni settimana, il fatto è che io scrivo per tutti, quindi una volta sola ma ognuno di loro la riceve da solo e quindi ogni volta la riceve come se io l’avessi scritta solo per lui.

Ogni ora di Ratatouille è un’ora per ognuno di loro.

Io ho 150 clienti, quindi sono 150 ore per loro. Sanno quanto impegno io ci metta, ogni volta che io vado per una visita (che sono diminuite per numero) eppure mi percepiscono sempre più vicino, questo è un vantaggio che io vedo per i miei clienti è quello della tranquillità.

È quello di aver iniziato a riposizionare l’attenzione per il loro patrimonio per gli scopi di vita e non per quello economico che è un po’ il sogno di tutti.

Vivo con un po’ di ansia quando i mercati vanno male, con un po’ di euforia quando i mercati vanno bene ma non è corretto, non è giusto, perché non c’entro niente io in quello.

Quello che posso fare io è controllare la relazione con il cliente e cercare di avere uno stato d’animo corretto sia nelle fasi di mercato positive che quelle negative.

La newsletter mi sta aiutando molto su questo.

Dal punto di vista professionale, uno dei miei obiettivi era anche fare sviluppo di portafoglio con la newsletter, cioè riuscire a diffondere il mio nome tramite la lettura delle newsletter.

Ho iniziato a scrivere solamente ai miei clienti ma pian piano ho aperto le porte ai potenziali clienti perché mi è stato chiesto. L’ho capito un po’ dopo.

Ora non sono in grado di misurare quale sia stato il risultato in termini di nuova clientela, però posso dirti che l’anno scorso nel 2018-2019, sono cresciuto solo per acquisizione di clienti nuovi da presentazioni spontanee.

Questo è il mio limite, io quest’anno non ho fatto una richiesta di presentazioni di referral.

Quelli che ho avuto sono spontanei che pur non potendoli attribuire direttamente alla newsletter, l’unica cosa che ho fatto di diverso è proprio quella.

Ho questa percezione, questa idea, che avendo donato tanto materiale, tanti contenuti, questi contenuti sono stati utilizzati come argomento che il cliente ha portato ai suoi conoscenti che lo ha fatto sentire orgoglioso di me e per questo motivo me li ha fatti conoscere.

Florentino: Questa è una cosa bellissima. Hai deciso di uscire con cadenza settimanale e ritengo di dire che sia la cadenza giusta per esempio per lo strumento newsletter.

Quanto questa cosa di uscire settimanalmente ti ha disciplinato?

Uno dei riscontri che sto avendo più spesso dai consulenti finanziari che si cimentano nella scrittura della newsletter, è quello che dicono che se salti per una serie di motivi la scrittura della newsletter più di qualche cliente ti scrive: “Cosa succede? Stai poco bene?” A me accade ad esempio col tema del Telegram. Quanto di fatto la newsletter diventa uno straordinario strumento di disciplina nel fare le cose?

Foletti: Tantissimo, da subito ho iniziato a percepire un impegno, una responsabilità vera e propria nei confronti di chi riceve la newsletter di farla avere tutte le settimane. È un impegno che prendo ogni settimana perché sono solito firmare “a settimana prossima, Nicola.”

Florentino: Quindi obblighi te stesso dicendo “anche se non ho voglia bisogna uscire”.

Foletti: Di fatto sì, anche se non ho voglia inaspettatamente mi viene riconosciuto.

In un anno per me le newsletter sono state 53, perché ho fatto un numero 0 dove spiegavo cosa volevo fare.

Le 52 lettere di Ratatouille hanno richiesto 54 settimane perché due volte ho saltato. Una per una serie di improbabilissimi inconveniente tecnici che sono stati insormontabili ma che sono diventati oggetto della newsletter successiva.

Una volta per recuperare un momento di stanchezza assoluta, ho mandato un messaggio dicendo “ho bisogno di sopravvivere questa settimana, non ci riesco”.

Questo è il frutto del fatto che io non avevo il calendario editoriale, non ero strutturato. In quel momento però che è successo, ho avuto ma tante, ma tante attestazioni di sostegno e altrettante richieste di “come stai?”

Ho avuto più di 30 persone che mi hanno scritto un messaggio “tutto bene?” ma non gli amici, i clienti con i quali non c’è una quotidianità.

In quel caso una trentina di persone mi hanno scritto per sapere se stavo bene.

Lo so che una parte di loro non la legge, perché me lo dicono che le stanno salvando tutte perché le leggeranno sotto l’ombrellone ma hanno piacere nel riceverla perché è come se andassi tutte le settimane a casa loro. Quando manca si sente che manca per cui questa diventa una responsabilità, un impegno, una disciplina da rispettare.

L’esperienza in Academy (47:30)

Florentino: Sei stato tra i primi iscritti alla Imprendipromotore Academy. Che cosa ti ha spinto ad iscriverti e soprattutto come potresti descrivere questa esperienza formativa?

Foletti: Per me l’Academy è un allenamento quotidiano, un investimento dal quale ho grandi aspettative e credo di altissimo livello.

Ho sempre cercato formazione, riceverla o farla. Da 22 anni faccio corsi, ho iniziato a 20 a fare corsi di tecniche di vendita, non ho mai trovato il livello di preparazione che viene proposto in Academy.

Non mi riferisco solo a te, è evidente che mi sono iscritto dopo aver seguito due giornate di aula, di formazione che volevo continuare ma mi riferisco ai docenti che intervengono nel loro ambito, mi riferisco a Ivan Botelli per quel che riguarda il marketing video, la preparazione dei video e tutto quello che è quel mondo di comunicazione, piuttosto che Vincenzo Renne e i suoi approfondimenti sul mondo dei bilanci e il modo di relazionarsi con i clienti molto importanti che noi amiamo servire, che sono gli imprenditori.

Il livello di docenze è la cosa che per me ha un grandissimo valore è il fatto che vengano forniti degli strumenti pratici, una cosa è la teoria, una cosa è quando vieni messo nelle condizioni di farle e soprattutto ti viene chiesto di farle.

Il valore ancora in aggiunta a tutto questo per me è la condivisione con i colleghi.

Quando attorno a te vedi delle persone che mettono in pratica quello che viene fatto come lezione in Academy e da lì hanno dei risultati importanti, sei portato a farlo anche tu.

È una comunità di persone, per me che la vivo da studente, che non hanno ansia dei concorrenti e invece mettono a disposizione le loro esperienze di grandissimo livello, le loro fatiche, il loro impegno a disposizione di tutti.

Quando tutti intorno a te parlano bene, tu comincerai a parlare bene. È una questione di ambiente, siamo animali sociali, Aristotele ci ha definiti animali politici, lo stare insieme ci porta ad affinare delle abilità insieme.

Questo è quello che io trovo in Academy e credo che ognuno che abbia l’impegno e la costanza e che si mette anche a disposizione dei colleghi per condividere la propria passione e la propria esperienza, credo che tutti possano essere d’accordo con me.

Florentino: All’interno della Imprendipromotore Academy dalla settimana scorsa è partito un nuovo progetto che ti vede come protagonista.

Se c’è una delle cose che mi piacerà fare in futuro, è quella di affidare a singoli miei studenti che si sono distinti in particolari ambiti, la possibilità di condividere con altri studenti, non solo durante le aule ma anche durante le lezioni online di condividere il loro sapere, le loro scoperte, l’evitare determinati errori.

La volontà di affidarti questo nuovo progetto che si chiama SCRIBA Lab è stato per me abbastanza naturale.

Credo che tu abbia sicuramente interpretato in maniera autentica che cosa vuol dire la disciplina nello scrivere, il fatto di scrivere una newsletter di pregio e il fatto che abbia accettato conseguentemente di condividere nello spirito dell’Academy le cose che hai scoperto sulla tua pelle, per far evitare alle persone di commettere errori.

Che cos’è SCRIBA Lab, cosa si fa e qual è il tuo programma didattico?

Foletti: È un laboratorio di scrittura messo a disposizione agli iscritti dell’Academy. Sono orgoglioso che tu abbia deciso di coinvolgermi, è un grande onore per me. È un modo per restituire in Academy quello che dall’Academy ho appreso.

La consapevolezza con cui ho dovuto modificare il mio modo di scrivere Ratatouille, porta la mia professionalità e i miei clienti a crescere. Questa percezione l’ho avuta in Academy con il confronto con i colleghi quando ho avuto delle domande a cui non ho saputo rispondere. Lì ho toccato con mano quanto valore ci fosse ma quanto poco imprenditoriale fosse.

Il coinvolgimento è un modo per restituire ai colleghi in Academy quello che loro mi hanno dato ed evitare che facciano gli errori che ho fatto.

Se possiamo evitare dalle esperienze degli altri di fare errori, siamo più liberi di fare i nostri.

SCRIBA Lab nasce dall’esigenza di dedicare tempo, energie e investimento per i consulenti finanziari alla parte che sta diventando più importante della nostra professione.

Sono cose che i consulenti finanziari ricevano da tutto quello che ruota intorno a loro. Si parla di una modifica, di uno sviluppo della professione che sta avendo e che ha al centro come gli altri campi l’intelligenza artificiale.

Questa sarà in grado di sostituirsi all’uomo e all’asset allocation. Quello su cui la macchina non potrà mai sostituire l’uomo è sulla sua umanità, quindi nel rapporto con l’uomo, nella capacità di capire e accudire l’uomo, ed è quello che deve fare il consulente finanziario.

Nel momento in cui si lavora per obiettivi di vita e quindi in goal based investing e quindi nel riuscire a far capire alle persone che non è il +1% il loro obiettivo ma è quello di vivere bene e avere le risorse per trasformare i propri sogni in obiettivi di vita, allora quella professione si fa attraverso la condivisione di contenuti, la scelta di donare ai clienti e di sceglierci e di fidarsi di noi, perché non tutti i clienti sono giusti per me.

Quelli che ho io è perché mi hanno scelto e ho scelto anche io loro, quindi devo dare la possibilità di fidarsi di me, di capire quello che si fa con la creazione di contenuti che secondo me si basa come punto di partenza nella scrittura.

Da questo è nato il laboratorio di scrittura di newsletter per consulenti finanziari che ha un nome evocativo, la comparsa dello scriba viene posta a 2300 anni fa con la comparsa della scrittura che è lo spartiacque della storia, è una casta molto importante sia presso gli antichi egizi, sia presso gli ebrei, perché erano il punto di intersezione tra gli acculturati e i letterati, erano il punto di trasmissione della cultura.

Ogni volta che noi scriviamo e siamo insieme ai nostri clienti, anche involontariamente facciamo educazione finanziaria quindi facciamo quello che facevano gli scriba quando diffondevano cultura verso quelle persone che non ne avevano.

Questo è quel che facciamo noi quando scriviamo un’email o una lettera ai nostri clienti per fare educazione finanziaria e per far capire loro quel che serve nella loro vita.

Quindi ci trovo una metafora in questo nome, SCRIBA Lab, si pone come obiettivo quello di diffondere questa esperienza partendo dal non fare tutti gli errori, quindi individuare chi sono i clienti, come scegliere i destinatari della nostra scrittura, i clienti in portafoglio e quelli potenziali, come rendere efficace la nostra scrittura, come superare tutte le paure che fermano la nostra scrittura, come sfruttare una mappa mentale per renderci il lavoro meno oneroso, come sfruttare il calendario editoriale per fare in modo da dover essere sereni e non andare in affanno quando abbiamo tante cose da fare, come decidere e come gestire le immagini che alleghiamo alla newsletter, quindi la normativa sulla privacy piuttosto che i diritti sulle immagini.

Sono tutti argomenti nei quali io mi sono dovuto confrontare e che ogni settimana metterò a fattor comune. SCRIBA Lab ha un’ora a settimana di diretta nella quale si affronta un argomento e si affrontano anche gli elaborati di chi ne ha voglia ma anche i miei.

Nel primo incontro ho chiesto a chi lo ha visto di scrivere una newsletter ai clienti e l’ho fatto io per primo. Questo è un meta-laboratorio, chi si pone nella posizione di trasferire una competenza ha bisogno di crescere tanto quanto quelli che la ricevono.

Florentino: Dove è possibile iscriversi alla tua newsletter Ratatouille?

Foletti: Basta che vadano su nicolafoletti.it, in realtà quel sito è in costruzione esiste solo la landing page per l’iscrizione a Ratatouille. Da quel momento sarò io stesso a spedire ogni settimana Ratatouille nella loro posta elettronica.

 

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spreaker

 

 

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