Enrico Florentino
29 Luglio 2019

#044 – Imparare a delegare – intervista a Beatrice Cicala

Scopri gli argomenti dell'episodio:
Presentazione (4:30)
Chi è l'assistente virtuale (16:00)
Quando avere un'assistente (29:15)
Un'opportunità per rivedere le competenze (38:00)
L'esperienza nella community Secretary.it (41:45)

Ciao e grazie per aver deciso quest’oggi di stare in mia compagnia ascoltando la puntata numero 44 dell’IMPRENDIPROMOTORE PODCAST. Io sono Enrico Florentino e voglio aiutarti a migliorare la tua impresa di consulenza finanziaria.

Prima di cominciare questo episodio, prenditi un momento per iscriverti a questo podcast e, se ti va, lascia una recensione.

I consulenti finanziari nel loro ruolo di micro-imprenditori hanno da sempre avuto la tendenza a fare tutto da soli.

Si occupano di incontrare i clienti, di fissare appuntamenti, di compilare i contratti. Il loro approccio è artigianale.

Oggi un approccio alla professione di questo genere è in grado di assicurare un futuro all’impresa di consulenza finanziaria con a capo il consulente finanziario? Temo di no.

È necessario adottare un vero e proprio comportamento imprenditoriale con la consapevolezza che il 99% delle attività possono essere tranquillamente delegate, ma a chi?

Ne ho parlato con Beatrice Cicala, assistente virtuale con la quale collaboro da oltre 6 mesi. Ho voluto intervistare un’assistente e non una psicologa che insegni leadership e capacità di delega, perché chi meglio di un’assistente è in grado di rappresentare ciò di cui un consulente finanziario ha bisogno e di quali problemi organizzativi il consulente finanziario soffre e per i quali una brava assistente può essere una risposta e una soluzione.

Beatrice Cicala è un’assistente virtuale e vanta un’importante esperienza di assistente di manager di una rete di consulenti finanziari.

Abbiamo già affrontato il tema della figura dell’assistente virtuale e oggi vorrei approfondire ancora di più chi è, cosa fa l’assistente virtuale ma soprattutto vorrei farlo con te perché l’excursus professionale di Beatrice l’ha portata per molto tempo a far parte di quello che è il settore dei consulenti finanziari rivestendo un ruolo molto importante che è stato quello di assistente manageriale.

Presentazione (4:30)

Prima di cominciare ad addentrarci su queste tematiche, vorrei che cominciassimo dalla persona, da chi è Beatrice Cicala.

Cicala: Beatrice è una ragazza di 33 anni, sono cresciuta a Verona e da 2 anni e mezzo abito a Milano. All’inizio è stato un po’ faticoso abituarsi a questa città ma oggi non ne posso fare più a meno.

Ho fatto questo lavoro di assistente manageriale per quasi 10 anni per una rete di consulenti finanziari e grazie sicuramente ad un manager molto bravo e sempre alla ricerca di nuovi spunti e cose da fare per i suoi uomini, ho avuto la possibilità di appassionarmi tantissimo a questo lavoro di assistente e soprattutto a quello di consulente finanziario.

Di finanza quando ho iniziato non sapevo praticamente niente, ma con il tempo e tanta curiosità che è una caratteristica che mi rappresenta sicuramente, sono andata avanti, quindi ho aperto la mia partita iva e sono diventata assistente virtuale.

Florentino: C’è una cosa che mi ha molto colpito che è legata alla curiosità. Molto spesso nel momento in cui una persona è dotata di curiosità e si espone a un ambiente di lavoro o a una relazione professionale, molto spesso si viene a creare quella situazione virtuosa dove alla fine chi è mentore trasferisce, ma anche la mentorship diventa reciproca perché poi è una sorta di danza o di ballo che viene fatto tra chi collabora con il manager ma anche quest’ultimo collabora con l’assistente e quindi si crea uno spirito di grande team. Sbaglio o è stato così?

Cicala: È stato esattamente quello che è successo. È chiaro che non è per tutti e non sempre si riesce ad avere questa fortuna di incontrarsi entrambe le parti per portare avanti un progetto del genere.

Quando hai di base delle buone caratteristiche, devi essere sempre un po’ imprenditrice anche se ricopri un ruolo da dipendente, perché devi essere comunque di supporto per portare un valore aggiunto.

Di base ci deve essere questo, incontri una persona che ti dà la possibilità di esprimerti al meglio, che ti fa sbagliare, che ti dà spazio senza mai giudicarti. Io non mi sono mai sentita una dipendente, ma sono stata sempre al mio posto perché ho comunque rispetto del ruolo e soprattutto del biglietto di un treno speciale che avevo in mano. Di conseguenza, c’è sempre stato questo legame tra me e Davide, il mio ex capo che si confrontava con me e dove io mi confrontavo con lui.

Florentino: L’immagine del biglietto in mano è bellissima, sintetizza come hai rappresentato questa esperienza.

In un certo momento hai fatto un grande salto, hai deciso di diventare una imprenditrice, una libera professionista, abbracciando questa che è una nuova figura che si sta affermando sul mercato italiano, che negli Stati Uniti esiste da molto tempo che è quella dell’assistente virtuale.

Hai voglia di condividere con noi che cosa ti ha spinto a fare un grande salto di paradigma, e anche perché sappiamo quanto in Italia ci sia la mentalità di avere il cosiddetto posto fisso che costituisce un po’ il DNA italico dell’approccio al lavoro.

Cicala: Devo dire che Milano mi ha dato una grande mano in questo. Se devo fare oggi una somma di tutto quello che è successo, è che devi essere in un contesto che ti dà la possibilità di credere che stai facendo la cosa giusta ed intorno a te, ti devi circondare di persone che ti possono dare ispirazione e portare sulla strada della libera professione.

Se di fondo non c’è questo, è molto difficile passare da dipendente a imprenditore.

Il contesto culturale in cui viviamo ci lega ad una sicurezza che può essere vista nella maggior parte dei casi nel lavoro dipendente.

Io devo dire che non vengo da una famiglia ricca o con spalle coperte da papà per qualsiasi cosa dovesse succedere, di conseguenza il rischio è stato ancora più grande.

Spesso e volentieri ho preso rischi che mi hanno sempre portato grandi risultati.

Forte di questa esperienza che ho fatto più volte nel corso della mia vita come andare a vivere da sola o prendermi un anno sabbatico per andare in Inghilterra a studiare la lingua inglese, rientrare e ricominciare da capo.

Ho fatto diverse cose che mi hanno messo alla prova, tant’è che quando ho deciso di fare questa “o la va o la spacca”, perché se non ci provo adesso che ho 33 anni non lo faccio più.

Ripeto, Milano mi ha aiutato molto e una serie di persone che ho incontrato, oppure la consapevolezza che ho acquisito nel tempo frequentando il network degli assistenti di direzione.

Sono tutte altre assistenti in gamba che mi hanno dato consapevolezza di quel che potevo fare per i consulenti.

Florentino: A che tempo risale questa scelta di fare questo salto di paradigma?

Cicala: Diciamo che quando lavori con una persona che ti stimola, vieni travolto da tantissimi fattori esterni che ti aiutano a pensare più in grande.

Un paio di anni fa avevamo pensato con il capo di tentare nuove strade, nuove strategie, nuove cose da applicare per far crescere il gruppo, i consulenti, nuove opportunità, plenarie differenti; fare qualcosa di diverso da quello che era sempre stato fatto.

Questo mi ha messo in contatto con persone, formatori, marketing come mezzo di successo per tanti professionisti, di conseguenza i social network, anche lì un mondo che si aperto che non era più l’utente medio ma l’utente mirato alla vendita o alla crescita professionale e imprenditoriale.

Di conseguenza, ho cominciato a pensarlo su di me.

Ho cominciato ad informarmi sul ruolo che potevo ricoprire se effettivamente se esistesse una figura di assistente freelance, così ho conosciuto gli assistenti virtuali, dall’altro lato cercavo di capire ogni volta che andavo ad un corso per consulenti finanziari come potevo aiutare loro per realizzare queste nuove strategie che venivano insegnate dai formatori che poi qualcuno doveva mettere a terra.

Il problema è mettere a terra tutto quello che viene insegnato, spiegato dai formatori.

Florentino: Una delle più grosse contraddizioni che vive in qualche modo il settore è proprio questa. Il settore della consulenza finanziaria è esposto ad una quantità di giornate, ore di formazione notevoli, dove i consulenti finanziari sono bombardati da tanti concetti e formazioni ecc… però il cosiddetto deployement, il fatto di mettere a terra le strategie, la competenza che si acquisisce è un po’ la Cenerentola.

L’idea di avere qualcuno che ti possa dare una mano, fare il lavoro da “cucina”, è di fondamentale importanza.

Quindi il fatto di avere un’assistente che non si limita solo a rispondere al telefono, ad immettere i contratti negli applicativi, ad aprire e chiudere la porta o servire il caffè, di fatto mette in condizione il consulente finanziario di ottenere dei risultati importanti.

Vogliamo una volta per tutte spiegare che cos’è un’assistente virtuale, perché spesso e volentieri cito te e Debora, che siete in carne ed ossa, perché molto spesso quando si parla di assistenti virtuali ci si immagina una sorta di entità quasi robotica che svolge per conto del consulente finanziario delle mansioni.

Chi è l’assistente virtuale (16:00)

Vogliamo dare una definizione di chi è l’assistente virtuale secondo Beatrice Cicala?

Cicala: Per assistente virtuale si intende un’assistente libera professionista. È un ruolo ormai spopolato in America, Gran Bretagna, Australia ma è diventato anche abbastanza comune in Italia, chiaramente di nicchia ed ai primi anni, si sta parlando del 2013 come l’inizio.

Florentino: Come si intrattiene la relazione tra un consulente finanziario e l’assistente virtuale? Io posso testimoniare il fatto che due liberi professionisti si uniscano, il consulente finanziario che affida delle mansioni all’assistente virtuale e quest’ultima nel servire il consulente finanziario, devo dire che il rapporto che si instaura è molto virtuoso, in virtù del fatto che è libero professionale.

C’è un forte interesse da parte del consulente finanziario nel trattare con i guanti l’assistente virtuale perché sa che gli può essere estremamente utile e d’altra parte l’assistente virtuale vuole trattare con i guanti il consulente finanziario perché innanzitutto è suo cliente e poi in realtà questo non fa altro che giorno dopo giorno consolidare la relazione.

È come se giorno dopo giorno si rinnovasse il patto di collaborazione, è così?

Cicala: Esattamente. Io mi lego al consulente tramite un contratto di collaborazione, quindi vengono subite messe in chiaro alcune cose per tutelare entrambe le parti.

Il consulente per la parte dei dati, per la privacy e quant’altro e si tutela l’assistente per il pagamento, il conteggio delle ore, poi chiaramente ogni contratto è a sé.

Detto questo, fatti i preliminari, si parte con il lavoro effettivo, all’inizio c’è da parte mia tutta la voglia di prendere più informazioni possibili per lavorare molto meglio.

Come dico sempre, tra assistente e consulente ci deve essere un bel legame e fiducia reciproca che ovviamente non si può costruire in un giorno, serve tempo per capire effettivamente cosa io posso fare per te e cosa tu hai bisogno da me.

Non è immediato, tante volte si inizia in un modo e durante la settimana si cambia linea, strategia, perché conoscendosi si capiscono i bisogni effettivi del consulente.”

Florentino: Devo dire che se mi riporto alle prime esperienze quando da manager assunsi le mie assistenti, uno dei miei crucci era “che cosa le faccio fare oggi”, perché se sei abituato a lavorare da solo fai fatica all’inizio nel capire cosa un’assistente ti può dare, ti può offrire in termini di servizio, tempo, competenze ecc…

Nel tuo caso, aiuti il committente nel definire l’ambito in cui collaborate. Da questo punto di vista facili il consulente?

Cicala: L’esperienza accanto ad un bravo manager ti aiuta molto ad essere un po’ più imprenditrice e avere una visione di lavoro diversa dalla classica assistente che attende gli ordini.

L’assistente del manager se è una vera assistente vive con lui tutta la parte manageriale di attenzione agli uomini, di come imposta il lavoro, tutto il lavoro di manager.

Di conseguenza, tutti quelli che sono i punti critici del manager, l’organizzare la sua giornata e agenda… Cosa gli porta un vantaggio e cosa meno.

Cerco di entrare nei loro panni per capire come gestiscono le cose, mi informo anche del nucleo famigliare, se sono sposati, se hanno figli o meno, se ci sono giorni che dedicano alla famiglia. L’assistente deve venire a conoscenza di una parte personale del consulente per lavorare meglio.

Florentino: Non dimentichiamo che la sfera professionale e personale nel libero professionista si influenzano moltissimo l’una con l’altra, questo significa che più riesco a risolvere problemi, più ne possono beneficiare di circolo virtuoso ma capita anche spesso di vedere circoli viziosi.

Il fatto di essere poco efficaci ed efficienti porta molto spesso a non avere risultati e questi si riflettono sulla vita personale.

Il consulente finanziario dovrebbe comunque avere una persona in staff che possa aiutarlo a sgravarlo di tante cose che sono molto time consuming o anche molto energy consuming.

Cicala: L’assistente serve anche a questo principalmente e io voglio essere anche di più, nel senso che mi piace andare oltre, quindi consigliare cose che il consulente non avrebbe visto.

Ieri mi ha chiamato un cliente che uno dei suoi clienti più grossi era andata sul giornale come azienda di eccellenza e lui stava andando nel pomeriggio per incontrarla, gli ho detto portale dei fiori, portale un presente, la signora poi è rimasta a bocca aperta.

Questa è una sorta di customer experience dove lui non ci sarebbe mai arrivato da solo perché aveva altri 1000 pensieri.

Florentino: C’è una cosa che ho potuto notare facendo gli Imprendi(promo)show dove ho intervistato consulenti finanziari di successo. C’era un fil rouge che accumunava tutti quanti, era avere delle persone in staff.

Io non so da dove cominci il circolo virtuoso. Non so se il fatto di avere una persona in staff gli consenta di avere maggiori risultati, perché si dedicherà ai clienti e avrà più tempo ecc… oppure se di converso è il fatto di avere un’assistente in staff e anche una responsabilità nei confronti di questa assistente. Quando hai un contratto con un’assistente virtuale una cosa è certa, a fine del mese bisogna in qualche modo assumersi anche la responsabilità e l’onore di pagare per le prestazioni ricevute.

In questi casi diventa interessante avere una persona in staff, vuoi per i vantaggi ma anche per quel senso di accountability, di responsabilità, di impegno che tu ti prendi, che non è solo circoscritto a te consulente finanziario, quando invece il passaggio imprenditoriale è quello di non dimenticare che si ha la responsabilità anche per i collaboratori.

Rispetto a questa situazione qual è il tuo pensiero?

Cicala: Sono d’accordo, avere un dipendente o comunque un collaboratore ti mette nelle condizioni di performare meglio, hai questa responsabilità e non vuoi fare brutta figura, non hai più a che fare con te stesso ma c’è anche un’altra persona che ti può controllare perché siamo in due in questo lavoro, è un lavoro di squadra.

Non ho clienti che mi delegano al 100% tutto perché non voglio avere io tutta la responsabilità perché è un lavoro che si fa in due.

Oltre alla ricchezza che ti può dare una collaboratrice o collaboratore o dipendente, ci sono questioni di responsabilità che ti fanno performare meglio per forza.

Io stessa ho un’assistente che mi punge, anche quando sono stanca e lei mi ricorda sempre il nostro sogno qual è, dove vogliamo arrivare e che dobbiamo sempre dare un servizio di altissimo livello ai nostri clienti, è la stessa cosa che tutti i consulenti hanno.

Non tutte le assistenti sono fatte per una fase di supporto extra, ci sono tante ragazze che sono brave esecutrici e portano comunque a termine il proprio lavoro. Trovare qualcuno che dà qualcosa in più è un valore esagerato.

Quando avere un’assistente (29:15)

Florentino: Hai qualche consiglio da dare ai consulenti finanziari per capire se è arrivato il momento di dotarsi di un’assistente virtuale in staff?

C’è una soglia, un criterio come il numero dei clienti, il tempo, l’agenda incasinata, il fatturato? Dal tuo osservatorio privilegiato, dalla tua esperienza, quando il consulente finanziario dovrebbe dire è arrivato il momento di avere una persona in staff?

Cicala: Il fatturato non è un indice di necessità. Lo potrebbe essere ma dipende da tante cose come l’organizzazione e quando sei “a tappo” c’è un problema. Se sei a tappo e sai di non performare abbastanza, ci sono colleghi che fatturano il doppio di te, è chiaro che è un problema di organizzazione e di conseguenza l’assistente ti potrebbe dare una mano a riorganizzarti per poter poi procedere.

Conosco dei consulenti che hanno dei portafogli molto grossi che sono stati sempre abituati a gestirsi da soli, perché magari hanno lavorato bene o hanno una testa organizzata che permette loro di non aver bisogno di un’assistente.

Florentino: Sono reduce dalla lezione che ho fatto ieri nell’Academy dove uno degli argomenti centrali è stato appunto quello del costo orario del consulente finanziario, che è molto elevato. Un consulente che fatturi 100mila euro mediamente ha un costo orario di 104 euro. La domanda che un consulente finanziario dovrebbe porsi è: “Ma io sarei disposto a pagare un’altra persona diversa da me 104 euro per compilare un modulo, oppure per fare una serie di telefonate, recall, per l’evento che devo organizzare settimana prossima?” Se fosse così probabilmente c’è qualcosa che non funziona, ma se in realtà si utilizza un minimo di criterio economico e quel tempo che si dedica ad una attività che sicuramente è importante per l’impresa del consulente finanziario ma con un ROI molto basso, è evidente che va delegata.

Cicala: Questo è verissimo ma per la mia esperienza ci sono tanti consulenti che hanno la presunzione di pensare che se una cosa la fanno loro sicuramente la fanno bene, se la delegano a qualcun altro c’è chiaramente un margine di errore da gestire, tempi diversi.

Si pensa sempre, se la faccio io faccio prima, ci sono tante cose. Prima bisogna imparare a delegare poi ci si dota di un’assistente o di uno staff. Se non sei disposto a lavorare in team non potrà mai funzionare un matrimonio con l’assistente o con lo staff.

Tanti che ho visto anche nella normalissima compilazione dei contratti preferivano compilare loro stessi perché “se almeno esce un’anomalia, l’errore è mio e me la prendo con me e non con l’assistente.” È una sciocchezza grandissima, chi lavora sbaglia, un errore quanto vale su tutto il tempo che un assistente ti fa risparmiare e tu puoi andare dai clienti o preoccuparti di altro. La testa delle persone non è sempre facile da decifrare.

Florentino: Se un consulente finanziario volesse cercare un’assistente virtuale non è sempre facile, dove si trovano?

Cicala: È vero che siamo nuove però le assistenti virtuali ormai sono molto preparate e molto brave, hanno soprattutto una preparazione di marketing molto ampia e quindi le trovi sicuramente sui social network che pubblicizzano i loro blog o siti.

Florentino: Hanno competenze simili o nel vostro caso di assistenti virtuali ci sono assistenti con competenze specifiche?

Cicala: Assolutamente sì, quando trovo un’assistente che è specializzato in qualche settore come la contabilità o in qualche nicchia di mercato come me nella consulenza finanziaria, sono sempre molto felice perché dico “ok, il marketing lo stai applicando nel modo corretto.” L’assistente virtuale per il libero professionista generico non potrà portare nessun valore aggiunto. Essendo una professione nuova come tutte le professioni c’è l’assistente virtuale brava e l’assistente virtuale meno brava. Se vogliamo cercare un’assistente virtuale, che sia un’assistente che abbia una specializzazione perché allora prenderemo un’eccellenza.

Florentino: La figura dell’assistente virtuale permette anche di poter instaurare rapporti con più assistenti virtuali con specializzazioni diverse. Questa è una cosa molto bella, perchè se avessi un’unica assistente dovrebbe avere competenze di tutto un po’, contabilità, social network, back office ecc. Questo rischia di essere il sapere un po’ di tutto che porta alla fine il sapere quasi nulla perché non puoi andare giù in profondità.

In realtà, l’assistente virtuale può essere addirittura assoldata anche solamente per poche ore se sono sufficienti per risolvere uno specifico problema attraverso una specifica competenza.”

Cicala: Esattamente e quando mi confronto con Debora, l’altra tua assistente virtuale, è bellissimo, perché siamo così diverse nella stessa professione ma complementari per un libero professionista e condividere un cliente è una ricchezza perché io imparo da lei e lei da me.

Io sono comunque un’esperta assistente, ho fatto l’assistente di manager e consulenti per tanti anni, come posso vendermi come Debora che è bravissima su tutto il lato tecnologico, costruzione, siti, blog, tutta una serie di attività che non so neanche descrivere, non si può.

Essere un’esperta assistente comprende una serie di attività e per Debora essere un’assistente digitale tutt’altre. Non si possono fare entrambe le cose ed è giusto che ci sia una specializzazione.

Un’opportunità per rivedere le competenze (38:00)

Florentino: Probabilmente ci sono molti ascoltatori, consulenti, manager che hanno delle assistenti che probabilmente hanno capito che fondamentalmente potrebbe esserci anche un nuovo modo di rivedere le competenze delle assistenti.

Hai qualche suggerimento, qualche consiglio da poter trasmettere a quei consulenti, manager o alle stesse assistenti che potrebbero ascoltare questa puntata?

Perché immagino che siano gli stessi consulenti finanziari o manager che gireranno la pubblicità di questa puntata ai loro assistenti per ascoltare.

Da dove potrebbe cominciare un’assistente che è in pianta stabile presso un manager o un consulente finanziario? Che cosa potrebbe fare per migliorare le proprie competenze o in ambito social o arrivare a sviluppare delle competenze simili alle tue?”

Cicala: Di fondo, ci vuole voglia di fare qualcosa di diverso. Da quando io mi sono iscritta a Secretary.it ho imparato tantissimo su quello che può essere il mio ruolo oggi, è una community dedicata alle assistenti che mantiene le assistenti sul pezzo, sempre pronte all’ultimo trend, corso formativo, novità.

Quindi sicuramente le farei iscrivere a Secretary.it e farei partecipare le assistenti ai corsi di formazione, perché se abbiamo uno staff formato avremo un risultato diverso da quello che abbiamo oggi.

Più che alle assistenti la mia è una richiesta ai manager, perché se abbiamo uno staff formato, digitale, chiaramente porta ad un risultato diverso. Abbiamo già in casa delle persone che possono lavorare per noi, che possono lavorare in modo diverso. Io non sono un’aliena, l’assistente può diventare una brava assistente digitale e conoscere i trend di oggi.

Florentino: C’è una responsabilità da parte delle assistenti di migliorare le loro competenze però non posso esimermi anche dal tirare le orecchie a quei consulenti finanziari, manager, che considerano l’assistente come un essere poco pensante.

Nel momento in cui ti relazioni con l’assistente chiedendo di fare solo la mera esecutrice non possiamo stupirci fondamentalmente che ci sia poca responsabilità da parte di chi riceve l’ordine d’esecuzione e di autostimolarsi per cercare di fare qualcosa di diverso.

Questo è un tema di leadership, legato al tema della delega.

Non a caso questa puntata è intitolata “imparare a delegare”.

L’esperienza nella community Secretary.it (41:45)

Hai citato Secretary.it come la community di tutte le assistenti, virtuali e legate alle aziende. Secretary ogni anno bandisce una sorta di concorso dove viene chiesto di eleggere la segretaria dell’anno. Tu hai deciso di partecipare e devo dire come outsider hai portato a casa un risultato straordinario, sei arrivata seconda. Vuoi raccontarci come è stata questa esperienza e perché ogni anno Secretary decide di bandire questo concorso.

Cicala: Il concorso dell’assistente dell’anno ha due finalità. La prima finalità è quella di celebrare il ruolo dell’assistente e di promuoverlo, perché noi parliamo di consulenza finanziaria ma comunque ci sono aziende in cui il ruolo manageriale viene visto in un modo e quello dell’assistente in un altro. È un problema.

La missione di Secretary è quella di aiutare le assistenti a prendere consapevolezza e sensibilizzare le aziende nel ruolo dell’assistente.

L’altro è di far fare un percorso, di guardarsi dentro per un po’ ripercorrere il proprio percorso, analizzarlo e migliorarsi e poi, perché no, chiedere in azienda dei riconoscimenti o comunque essere vista da un altro punto di vista.

In tante partecipano ad un concorso perché anche l’azienda ha interesse, perché la candidata pubblicizza sui social network l’azienda e quindi va bene per tutti.

Ho voluto candidarmi quest’anno, ero emozionatissima ed è stato difficile mettermi in gioco, proprio per questo cambio di ruolo che ho avuto da dipendente a libero professionista e poi per diffondere il ruolo dell’assistente all’interno della consulenza finanziaria, perché sappiamo esserci distanza tra l’assistente e il consulente.

Con questo obiettivo iniziale, ho portato a casa un meraviglioso secondo posto, sul podio davanti un’assistente bravissima che lavora in Microsoft ed è l’assistente dell’Ad ed è una ragazza meravigliosa. Sono veramente contenta di aver portato a casa un secondo posto, perché non avevo il voto dell’azienda, avevo il voto del pubblico.

Florentino: Questa è una cosa molto bella. Un’ultima domanda: se oggi un’assistente piuttosto che un consulente finanziario o un manager sentissero questa puntata e volessero avere maggiori informazioni sia sul ruolo dell’assistente virtuale ma anche su un’eventuale collaborazione con te, che cosa dovrebbero fare?

Cicala: Beatrice è sempre disponibile e la trovate su Linkedin, diciamo che Linkedin è il mio sito, dove trovate i miei contatti, mail, cellulare.

Sono sempre disponibile, mandatemi un messaggio o una telefonata.

Alle ragazze voglio dire che se vi sentite di fare qualcosa di più, che vorreste portare un valore aggiunto e quindi andare in ufficio con un obiettivo avete bisogno di una formazione diversa e degli stimoli diversi.

Questo se vogliamo rimanere in azienda, chi invece vuole gestire la sua vita in modo diverso, io ne sono la prova, ci deve essere qualcosa che brucia dentro se si vuole cambiare da dipendente ad imprenditore.

Io non ero più felice del mio ruolo anche perché il mio manager aveva fatto carriera e quindi più salivo con lui più il mio ruolo diventava diplomatico e poco esecutivo.

A me piace sporcarmi le mani e quindi dove si fanno le cose, di conseguenza ho preferito uscire e tentare questa impresa.

Non è per niente facile ma è tanto bello, hai un senso di libertà ma chiaramente sei consapevole che tutto dipende da te, forse è proprio questo il gioco.

Ogni mattina io mi sveglio e ho sempre il cervello che muove idee nuove, non sto mai ferma, ogni cosa che vedo può essere uno spunto per me e per i miei consulenti.

Florentino: Stai conoscendo quella che è la cosiddetta energia creativa dell’imprenditore.

Nel momento in cui acquisisci un valore che è la libertà che è da contrattare con la responsabilità, perché nel momento in cui quando fai l’imprenditore sei libero al 1000 x 100 ma sei anche responsabile di quello che fai, ti porta a sviluppare moltissima creatività.

Oggi anche la tecnologia ci aiuta a sviluppare moltissima creatività e ci consente anche di fare cose che erano inimmaginabili 5 anni fa.

L’assistente virtuale è anche figlia di questa innovazione tecnologica che stiamo vivendo.

Cicala: Se posso permettermi anche un’altra considerazione, io credo che questo sia un momento storico estremamente democratico perché se sai fare qualcosa lo puoi dimostrare, non esiste oggi la raccomandazione, ognuno può arrivare dove vuole con le proprie forze, se studio, ho un metodo, so quel che devo fare, non c’è niente che mi blocca.

Non c’è più nessuno che mi passa davanti perché sono io e il mio lavoro.

Florentino: Beatrice ti ringrazio moltissimo, ti rinnovo l’invito a tornare in trasmissione e capire come nel frattempo sta evolvendo il tuo progetto imprenditoriale molto ambizioso, che non si limita solo a servire in maniera efficace i consulenti finanziari e gli imprenditori, io per primo ho il piacere di averti come collaboratrice ma nel contempo è un progetto più ambizioso ma non ne parliamo adesso.

L’intervista a Beatrice Cicala credo che abbia potuto darti consapevolezza di quanto un consulente finanziario debba pensare, per portare avanti la propria attività, di dotarsi di personale di staff. Questo per poter liberare tempo da poter trascorrere con la clientela oltre a poter esplorare nuove modalità di comunicazione, si pensi solamente ai social network, che richiedono molto tempo e dedizione. Tempo ed energie eccessivamente costose per il consulente ma che possono essere tranquillamente delegate a chi è maggiormente competente, ma soprattutto meno costoso.

 

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2 thoughts on “#044 – Imparare a delegare – intervista a Beatrice Cicala

  1. Grazie Enrico
    Grazie Beatrice,
    oggi mi avete fatto uno splendido regalo di compleanno, ricco di spunti di valore da far salire sul “treno speciale” della mia professione e della mia vita. Grazie Rosario Vazzana

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