Enrico Florentino
6 Maggio 2019

#032 – Perché è importante fare VideoMarketing – intervista a Ivan Bottelli

Scopri gli argomenti dell'episodio:

L'esperienza di docente (3:50)
L'importanza dei video (9:15)
Come iniziare a fare video (19:00)
Il tema della progettazione (42:20)
Gli elementi essenziali (51:40)
I due nuovi format (59:00)

Ciao e grazie per aver deciso quest’oggi di stare in mia compagnia ascoltando la puntata numero 32 dell’IMPRENDIPROMOTORE PODCAST. Io sono Enrico Florentino e voglio aiutarti a migliorare la tua impresa di consulenza finanziaria.

Prima di cominciare questo episodio, prenditi un momento per iscriverti a questo podcast e, se ti va, lascia una recensione.

 

Florentino: Sembra che sia scoppiata la videomania tra i professionisti da quando Marco Montemagno ha cominciato ad inondare di video il web, riuscendo ad affermarsi come vero e proprio influencuer, il suo motto “un video al giorno” sembra aver raccolto moltissimi adepti.

Da più parti il mezzo video viene considerato come uno degli strumenti più importanti per fare marketing, ma soprattutto per poter costruire la propria credibilità e reputazione professionale.

Ne voglio parlare quest’oggi con Ivan Bottelli, videomaker, nonché docente all’interno della Imprendipromotore Academy, per tutto ciò che concerne il tema video e video marketing.

Ivan è il professionista che da due anni mi segue in tutte le attività che faccio documentando gli show, le interviste e tutta la formazione che erogo in Italia ai consulenti finanziari.

Nonostante la giovane età vanta un curriculum di tutto rispetto e la sua capacità e sensibilità nel produrre video di qualità ha permesso a moltissime aziende e professionisti di posizionarsi sul mercato in maniera distintiva generando e facendo percepire il valore.

Ciao Ivan, grazie per la tua disponibilità e benvenuto a questa nuova puntata della Imprendipromotore podcast.

Bottelli: Ciao Enrico! Grazie a te per per ospitarmi all’interno del tuo podcast e per farmi raccontare un po’ di cose a tutto il pubblico che ti segue.

L’esperienza di docente (3:50)

Florentino: Ti ho chiesto di fare il docente della Imprendipromotore Academy per questo bimestre che è appena trascorso, trattando il tema del video marketing e della realizzazione di video.

Hai voglia di raccontare come è stata questa tua esperienza di docente online/offline? Visto che proprio la settimana scorsa si è concluso questo bimestre in aula, con oltre 120 consulenti finanziari presenti.

Bottelli: L’esperienza è stata estremamente positiva, questo ovviamente lo dico a livello personale, perché è bello vedere tantissime persone che sono interessate, che vogliono trovare sempre nuovi spunti per potenziare tutto quello che è il loro impianto di comunicazione.

Il fatto di cercare di capire come generare dei video, come produrre contenuti per posizionarsi online è stato un po’ il cuore pulsante di questi due mesi che abbiamo passato insieme a te e insieme ai 160 consulenti finanziari che sono iscritti alla Academy.

Condividere con loro tutte queste cose è stato molto bello. Quello che vedo è un interesse sempre crescente nel mondo del video, e la cosa che credo sia più importante è dare a tutte queste persone la consapevolezza di come poter trarre il maggior beneficio realizzando dei video, fare le scelte adeguate per evitare di iniziare a produrre dei video e perdersi per strada, quindi perdere tempo a generare dei contenuti che sono fondamentalmente inutili.

Quando si decide di produrre dei contenuti, di farlo nel modo giusto e con la miglior qualità possibile. Queste sono un po’ le cose di cui abbiamo parlato, che sono stato più che felice di condividere con te e anche con tutti gli iscritti alla tua Academy.

Florentino: Devo dire che ormai la tua presenza al mio fianco da due anni a questa parte credo fa in modo che i consulenti finanziari ti riconoscano. Lo dimostra anche il grande attestato di stima che hai ricevuto proprio durante questo bimestre.

La qualità del tuo insegnamento è stata un’ulteriore conferma dell’attenzione che metti nel realizzare le cose. Fa veramente la differenza, anche in fase di produzione e rende coerente anche la mission che l’Imprendipromotore Academy si è data, di cercare sempre di dare della formazione di altissima qualità.

C’è anche un grande senso di responsabilità nei confronti degli studenti, delle persone che pagano per frequentare l’Academy. È solo grazie all’espressione della grande qualità che si può avere la speranza che a valle si possa generare altrettanta qualità. Cosa ne pensi?

Bottelli: Ti ringrazio, mi fa piacere. È vero, ci sono state tante attestazioni di stima. Mi ha fatto un sacco piacere. Durante l’Academy ho incontrato e mi sono confrontato con delle persone che mi hanno fatto delle domande e chiesto dei consigli per quello che riguarda il mondo del video. Mi ha fatto tantissimo piacere.

Florentino: Quali sono state le domande che più frequentemente hai ricevuto dai consulenti durante il Salone del Risparmio?

Bottelli: Le domande singole, devo essere sincero, non me le ricordo perché hanno dato origine a delle discussioni su quello che è il futuro dei video per il consulente finanziario.

Abbiamo affrontato a 360° ogni tipo di tematica. Mi ha fatto piacere che le persone abbiano voluto fermarsi e dedicare magari 5 o 10 minuti  del loro tempo a chiacchierare e a cercare di capire quali sono gli approcci che ognuna di queste persone potrebbe intraprendere, su cui potrebbe iniziare a lavorare anche dal giorno dopo.

La cosa che più mi auguro è che dai nostri incontri, dalle chiacchierate che abbiamo fatto sia stato piantato un seme. Non ho avuto modo di riconfrontarmi con tutte le persone con cui ho parlato – mi farebbe piacere nell’ascoltare questo podcast che poi venissero a raccontarmi com’è stata l’evoluzione di questa cosa – mi augurerei che il seme sia germogliato. Questo è l’augurio che che mi sono fatto.

Che queste persone abbiano potuto cogliere nuovi spunti per iniziare una strategia di video marketing.

L’importanza dei video (9:15)

Florentino: Non ho dubbi su questo, l’interesse sull’argomento è molto alto. Volevo ragionare con te rispetto a una serie di cose che ho avuto modo di dire anche in premessa di questa trasmissione. Montemagno stesso diceva che deve buona parte del suo successo, oltre alla qualità di contenuti, al fatto che abbia cominciato a registrare incessantemente con cadenza quotidiana dei video. Questa è la via oppure potrebbe essere una delle vie per poter acquisire maggiore autorevolezza e credibilità?

È necessario avere una scadenza di questo genere per poter cominciare a costruire la propria autorevolezza oppure c’è il rischio di inondare di quantità il web rischiando di penalizzare la qualità?

Bottelli: Mi fa piacere che hai citato Marco Montemagno perché ci dà uno spunto notevole per commentarti questa cosa.

Marco Montemagno ha parlato di un video al giorno, ma mi pare che in un’occasione anche lui ha delimitato questa cosa dicendo che per video al giorno serve mantenere un impegno costante nella cosa.

Ma il simbolo del video al giorno indica il concetto di impegno e di costanza. È un po’ come quando si legge la Bibbia: non va presa sempre alla lettera, va interpretata.

Spesso le persone prendono i concetti e non li elaborano, non cercano di capire cosa devono trarre da una certa cosa.

Il mito del video al giorno è proprio una di queste cose. In realtà non è necessario produrre sempre e comunque un video al giorno, l’importante è produrre sempre e comunque dei contenuti che siano di qualità e farlo nel modo giusto.

Un po’ come quando si prendono le pillole per farsi passare il mal di testa. È ovvio che se prendo un’intera scatola di pastiglie probabilmente il mal di testa mi passa, dall’altra parte però avrò qualche danno in altre parti del corpo, perché questa cosa non giova al 100% al mio organismo.

Bisogna sempre prendere le cose nella dose opportuna. I video funzionano esattamente allo stesso modo.

La qualità è un concetto importante da tenere in considerazione quando pensiamo di realizzare dei video, nel momento in cui decidiamo di pianificare una strategia video.

Continuare a produrre dei contenuti che non hanno qualità è una strategia – o meglio una non-strategia –  che lascia il tempo che trova, perché dopo un po’ il nostro pubblico, i nostri spettatori ovviamente perdono l’interesse.

È un po’ come quando guardiamo una serie TV che la tira troppo per le lunghe, dopo un po’ ci rompe le scatole e smettiamo di guardarla.

I nostri contenuti funzionano esattamente allo stesso modo se non fosse che una serie TV è anche un prodotto di intrattenimento mentre invece noi raccontiamo cose tecniche, spesso e volentieri noiose e cerchiamo di renderle simpatiche.

L’obiettivo di produrre sempre e comunque dei contenuti di qualità va tenuto sempre davanti a noi, dobbiamo sempre andare in quella direzione.

Florentino: È vero, è molto faticoso produrre contenuti tutti i santi giorni, è vero anche che c’è un risvolto importante anche sulla propria professione: la disciplina che una persona arriva a darsi e che non sempre nei liberi professionisti c’è.

Il tema dell’ essere disciplinati è fondamentalmente. Poi c’è un tema importantissimo di accountability, cioè di responsabilità che la persona che produce contenuti ha nei confronti del proprio pubblico.

Forse è legata al fatto che c’è costata talmente tanta fatica riuscire ad arrivare a creare una sorta di community intorno ai contenuti che poi ti dispiace anche mollare. Questo ti porta ad essere molto disciplinato e quindi a produrre contenuti.

Vale la regola, come per la scrittura, più scrivi e più ti viene da scrivere e più scrivi e meno trovi difficoltà nello scrivere? Vale anche nella registrazione dei video?

Bottelli: Sicuramente sì, l’attività di produzione di video è qualcosa che richiede allenamento. Sia stare davanti che dietro alla videocamera è un’attività che richiede tanta pratica.

Dipende sempre dalla strada che uno decide di percorrere, se uno decide di produrre contenuti da solo è ancora più difficile, se demanda la produzione di contenuti può permettersi di concentrarsi almeno o perlomeno su una delle due cose.

Questo ovviamente è un concetto universale. Più si fa, più quella attività diventa confortevole, naturale.

Quando si dice “ho fatto quel mestiere per tanti anni, ormai lo posso fare a menadito”, per il video è esattamente la stessa cosa.

Iniziare ad allenarsi e continuare a fare è una semina che una persona può iniziare a fare – in questo caso un consulente finanziario può iniziare a fare anche per portarsi in vantaggio rispetto ad altri che inizieranno la strada in un secondo momento.

Senza dubbio non ci si può aspettare che da subito si riescano a fare i migliori video al mondo, però senza dubbio ci deve essere un punto d’inizio.

Siamo umani e come tutti abbiamo bisogno di fare pratica. Come quando iniziamo a guidare, come quando vogliamo vincere una gara e ci alleniamo, come quando vogliamo laurearci con la lode e dobbiamo metterci giù a studiare.

Anche studiare è una cosa che richiede tempo e prima si fa più fatica, mano a mano che si va avanti ci si abitua a studiare, ci si impiega sempre meno.

Per il video è esattamente la stessa cosa. Quindi sicuramente, sì, il mio consiglio è quello almeno di iniziare perché facendo pratica diventerà sicuramente una cosa sempre più nelle corde di ciascuna delle persone che poi lo farà.

Come iniziare a fare video (19:00)

Florentino: Cosa dovrebbe fare un consulente finanziario se volesse cominciare a produrre dei video? C’è una “ricetta Bottelli” da poter seguire che puoi condividere con i nostri ascoltatori per cominciare a produrre video?

Bottelli: Ti rispondo in un modo un po’ creativo. Dal mio punto di vista la ricetta migliore è quella dei grandi chef, ovvero quella di non avere la pretesa di seguire sempre e comunque una ricetta, ma fare sempre le scelte più sensate, avere le competenze, le logiche giuste con cui ragionare per poi poter creare – visto che parliamo di cucina – un piatto che sia rappresentativo di qualcosa che noi sentiamo davvero.

Per i video è esattamente la stessa cosa.

Ci sono tante cose da imparare, tante cose di cui dobbiamo tenere conto, cercare sempre di più di sforzarsi di capire come funzionano determinate dinamiche, capire come funzioniamo noi davanti alla camera, cosa può funzionare di quello che noi diciamo nei confronti del pubblico che abbiamo davanti, capire come possiamo tradurre un contenuto complicato in parole semplici, capire come possiamo esprimerci per farci sentire più vicini e più empatici dal pubblico.

Ecco, è tutto un percorso fatto di domande.

La ricetta migliore, secondo me, è continuerà a porsi delle domande e dire: “Questa cosa che sto facendo come può essere ancora più utile? Come può essere ancora più semplice, più naturale? L’insieme di tutte queste risposte che ci diamo possono creare una ricetta che sia completamente nostra, che ci rappresenti al 100%.

Viviamo in un mondo in cui il mito del video perfetto è quello in cui noi siamo perfettamente naturali davanti alla camera e cerchiamo di farlo, di essere naturali spesso facendo le cose meno naturali.

Un esempio molto semplice, quello dell’utilizzo del gobbo. Il gobbo, o teleprompter, è lo strumento che ci permette di vedere esattamente davanti alla videocamera le parole che noi stiamo per leggere.

Tanti si pongono la domanda di come semplificare la produzione di contenuti ma non di come il pubblico poi usufruisce di quel contenuto, quindi la domanda si sposta dal “come faccio per semplificare questa produzione” al “come posso fare, cosa posso fare perché il pubblico recepisca questo messaggio perché sia il più naturale ed empatico possibile.”

Cercare di porsi tutte queste domande e darsi delle risposte. Questa, secondo me, è la ricetta migliore per poter iniziare e imparare a fare queste cose.

Se posso permettermi di dare un consiglio molto pratico e tecnico, quello di informarsi e di formarsi per fare queste cose.

Florentino: Parlando del cosiddetto gobbo o teleprompter, so che molti consulenti finanziari che cominciano a girare dei video utilizzano questo strumento.

Se da un lato questo può avvicinare le persone al mezzo video, dall’altro lato, a lungo andare c’è il rischio che il il gobbo o teleprompter diventi un po’ come le rotelle quando si è piccoli e si va in bicicletta, non si vorrebbe mai che il papà o la mamma le togliessero perché diventano una sorta di coperta di Linus, ci danno sicurezza.

È sempre difficile poi riuscire a toglierli, si rischia di acquisire una pessima abitudine. Usando la metafora della cucina: è come se uno chef non si sforzasse di imparare a fare determinate ricette di base e utilizzasse dei sughi preconfezionati, alla lunga c’è il rischio che la sua arte venga ridotta.

Si decide, quindi, di utilizzare all’inizio dei supporti che rischiano poi di diventare delle scorciatoie, vero?

Bottelli: Assolutamente sì. Mentre parlavi mi stava venendo in mente questa scenetta di un cuoco a MasterChef che porta al giudizio dei giudici il sugo preconfezionato della Barilla. E stavo immaginando quale potrebbe essere la reazione dei tre giudici.

È vero, fino a quando noi abbiamo davanti un pubblico che non è in grado di capire la differenza tutto può funzionare. A parte il fatto che noi produciamo contenuti oggi che potrebbero essere guardati anche tra tanto tempo e questo è già un indicatore che dovrebbe spingerci a cercare di fare del nostro meglio fin da subito – consapevoli del fatto che da subito non si potranno fare le cose più belle della vita, però già fare il meglio possibile è qualcosa di importante.

Il concetto è questo: mano a mano che andiamo avanti a diffondere i nostri video, a diffondere contenuti, ci esponiamo sempre di più a una potenziale clientela che è sempre crescente, a un pubblico sempre più vasto e all’interno di questo pubblico ci sarà sempre chi non è in grado di riconoscere una cosa fatta bene da una cosa fatta male.

Per fare una metafora, un sugo già pronto rispetto a qualcosa di preparato al momento. Qualcuno che non è in grado di percepire la differenza ci sarà sempre, ma se noi vogliamo parlare a tutti, o per lo meno a più persone possibile, secondo me, dovremmo porci la domanda di come veniamo percepiti da tutti quindi sia dalle persone che sono forse meno attente, e lì potrebbe anche andare, ma consapevoli che all’interno del pubblico potrebbero esserci anche persone molto attente.

Florentino: Si tratta di uno strumento di marketing  importante, che verrà adottato sempre di più dai consulenti finanziari, sarà inevitabile anche un confronto che il cliente farà sul valore percepito dai contenuti prodotti da ciascuno dei consulenti finanziari con i quali verrà in contatto attraverso i canali social. Questo comporterà la grande differenza che ci sarà nell’andare a vedere un bel film di Hollywood e andare a vedere un film prodotto in ristrettezze economiche da attori non professionisti con discutibili trame e poca professionalità.

Bottelli: Da regista mi rendo conto che spesso e volentieri ci sono delle bellissime idee che purtroppo vengono realizzate male perché magari ci sono poche risorse.

È una cosa che succede sempre, come l’esempio dei film, ci sono dei film indipendenti che possono avere delle trame avvincenti però sono sostenute da una recitazione pessima, e questo fa perdere tantissimo la resa confrontato a un capolavoro girato a Hollywood.

Questo è  uno dei motivi per cui, secondo me, bisogna sempre e comunque investire nella produzione di contenuti di qualità, proprio per non sacrificare quella che magari è un’idea bella.

Avere delle idee belle per poi metterle in cornici bruttissime secondo me è un reato.

Mi viene in mente un po’ la metafora di quando arriva l’amico che vede il pianoforte o uno strumento musicale, si mette a fare il figo e a suonare quelle quattro canzoni che sa perfettamente a memoria, ma non sa fare nient’altro. Nel momento in cui arriva quello che invece è veramente capace di suonare il piano o la chitarra e inizia a fare i numeri, anche in compagnia ci si rende conto che quello che aveva fatto la sua performance prima è un mezzo ciarlatano, qualcuno che ha preso i 5 minuti di gloria ma è stato eclissato della bravura di quello che è arrivato dopo.

Per i consulenti credo che sia un po’ la stessa cosa. Adesso per fortuna non c’è ancora tanto, ci sono pochi consulenti che si sono messi a fare i video però io confido nel fatto che piano piano sempre più persone, sempre più consulenti inizieranno a produrre dei video e dei contenuti.

È importante pensare fin da subito a produrre dei contenuti di qualità.

Florentino: Assolutamente. Ciò in cui credo profondamente è il tema del far fatica, c’è poco da fare. Mi piace molto la metafora che hai utilizzato dello strumentista. Dietro a una persona molto brava nel suonare uno strumento musicale ci sono una parte di talento, ma anche tanta fatica, tanto esercizio.

Chi fa fatica e lo fa in maniera intelligente, con dedizione, con costanza, poi alla fine riesce ad ottenere i giusti risultati. Aggiungo che più la qualità è alta più questa qualità anche nei video ti consentirà di poterti posizionare molto bene sul mercato.

Spesso c’è anche il mito del video sincero, spontaneo, non troppo artefatto, certe volte ho la sensazione che l’eccessiva spontaneità molto spesso può essere più una giustificazione nel cercare di non aver prodotto delle cose di qualità.

Oggi, per quel che riguarda i nuovi consulenti, molto spesso rilevo contenuti non sempre di grande qualità. Rispetto a questa cosa, qual è la tua opinione?

Piuttosto che niente è meglio piuttosto oppure è meglio partire già con una certa consapevolezza? Fermo restando di non passare all’eccesso opposto, nel cercare l’eccessiva perfezione senza mai partire.

Bottelli: La cosa importante è tenere bene a mente la parola “compromesso”. Il compromesso è qualcosa che dobbiamo sempre raggiungere in ogni momento.

Più che altro perché dobbiamo essere onesti con noi stessi e consapevoli del fatto che niente è perfetto, neanche l’ultimo capolavoro di Hollywood è perfetto.

Perché sicuramente per qualunque situazione in cui ci siamo trovati a girare il video può essere che siano accadute mille e più cose che ci hanno portato a non poter fare il meglio in assoluto, però il meglio possibile possiamo sempre farlo.

E ciò che possiamo portarci a casa è sempre il miglior prodotto possibile.

Ti faccio un esempio molto semplice, vale nel mondo del video ma funziona anche in altre tante possibili applicazioni.

Capita il giorno in cui noi usciamo di casa e abbiamo l’umore storto perché abbiamo litigato con il nostro compagno o la nostra compagna, abbiamo ricevuto una chiamata da un cliente che ci ha rotto le scatole, insomma potremmo avere avuto mille motivi per non essere al 100%, al 100% positivi, e magari quella è proprio l’unica giornata in cui noi dobbiamo produrre dei video o la giornata in cui magari dobbiamo salire su un palco a parlare, ci ritroviamo a dover affrontare una situazione con qualcosa che non va bene.

Ho fatto un esempio per quanto riguarda la prestazione davanti alla camera, voglio girare il video della vita e mi immagino già delle inquadrature con il sole che accarezza i capelli, il vento che sfiora le guance, quel giorno lì magari pioveva ed è sempre l’unico giorno in cui noi possiamo produrre quel determinato contenuto.

Che cosa facciamo? O continuiamo a rimandare lo shooting fino a quando non viene bello ma magari abbiamo già prenotato l’hotel, abbiamo chiamato gli attori (se si tratta produzione grande). Insomma, bisogna sempre imparare ad affrontare dei compromessi.

Secondo me la capacità a livello professionale è quella di cercare sempre di portare a casa il miglior risultato possibile, e quello che possono imparare i consulenti che decidono di produrre video da professionisti è proprio questo: la capacità di fare sempre del loro meglio per produrre un contenuto migliore possibile in relazione a quelle che sono le possibilità.

Per rispondere alla domanda finale: piuttosto che niente è meglio piuttosto, a condizione che quel piuttosto sia sempre il compromesso migliore possibile.

Il piuttosto non deve essere: non facciamo fatica, non facciamo sforzi, non investiamo, non impariamo a utilizzare gli strumenti, non impariamo a utilizzare l’attrezzatura, non acquistiamo l’attrezzatura, non coinvolgiamo un professionista se c’è bisogno.

Il compromesso è sempre quello, facciamo la cosa migliore possibile.

Per quanto riguarda invece tutto il discorso che hai fatto sulla produzione di contenuti girati male, un po’ ho già risposto nella considerazione precedente.

Quello che ci si porta a casa è un contenuto che magari tra due, tre o quattro anni ci vergogniamo ad utilizzare, ci vergogniamo a farlo vedere perché diciamo: “no, guarda che schifezza, adesso produco dei contenuti bellissimi”, ho capito che devo fare quel saltino di qualità e tutto quello che ho preso prima in realtà lo devo buttare oppure lo devo rifare.

Come quando andiamo al supermercato e compriamo la crema alle nocciole di marca oppure prendiamo la sottomarca, compriamo la sottomarca non siamo soddisfatti poi torniamo al supermercato e per essere contenti dobbiamo comprare per forza quella di quella marca lì.

Quindi abbiamo speso due volte, abbiamo speso la prima volta tempo e soldi per produrre dei video che poi non teniamo più oppure per mangiare qualcosa che non ci è piaciuto, per poi renderci contro che quella cosa non ci bastava e quindi investendo di nuovo più tempo, più soldi per fare video più belli oppure per mangiare una nocciolata che ci piace tanto.

Questo è un po’ quello che penso io per quanto riguarda l’importanza dell’adeguata strumentazione, dell’adeguata preparazione.

Poi non importa la formula con la quale uno decide di produrre i contenuti. Uno può decidere di produrre tutto da sé, può decidere di demandare la produzione di contenuti, a patto che lo faccia sempre con in testa che davanti al pubblico cui si espone ci sarà sempre lui con la sua faccia.

Nel momento in cui una persona ci mette la faccia è anche opportuno, secondo me, che insieme alla faccia, al contenuto e alle idee ci metta anche un contesto che sia adeguato, che rispecchi la stessa qualità che uno vuole portare in termini di contenuto.

Per quanto riguarda ciò che mi hai chiesto sui contenuti troppo perfettini, prima tu hai detto un contenuto troppo spontaneo sembra finto. In realtà secondo me va tutto bene al netto della parola spontaneo. Secondo me ciò che è finto è una cosa che appare non spontanea. Questo non è dato dal contesto troppo leccato, è dato dall’approccio che una persona ha nella produzione dei contenuti, nella produzione del video.

E qui forse ci potremmo ricollegare anche a quello che abbiamo detto prima per quanto riguarda il gobbo, il teleprompter. Il fatto che una cosa fatta bene spesso sembra una cosa che è fatta con artefatti tecnici. La cosa naturale è la situazione in cui noi arriviamo davanti alla camera, parliamo e raccontiamo quello che volevamo dire.

Il fatto che intorno abbiamo un’immagine che sia piacevole da guardare, senza dubbio alza il livello percepito di qualità del prodotto che una persona sta guardando.

Poi parliamo spesso di immagine, ma dovremmo porre attenzione per quanto riguarda l’audio. Io di guardare un video che magari dura 5-6 minuti con un audio che gracchia, sinceramente mi passa la voglia e questo non è dato dal fatto che la persona sta parlando e erogando contenuti meno piacevoli, ma per il fatto che mi dà fastidio all’udito.

Quindi anche rendere piacevole l’usufruibilità del contenuto è qualcosa che vale la pena tenere in considerazione.

I lavori troppo leccati, secondo me, sono quelli in cui la persona è leccata, è messa troppo perfetta. Questa  leccatura è data da tutti quegli elementi che mettiamo perché crediamo di averne bisogno.

Andiamo a registrare il video e dobbiamo essere per forza in giacca e cravatta con i capelli laccati perfetti senza sbagliare un punto o una virgola.

Secondo me quello è il troppo leccato. Un lavoro fatto in studio in un ambiente pulito, preciso oppure fatto anche in una location bella, secondo me crea valore e non crea una situazione dove il video sembra finto.

Io porterei l’attenzione su quello che è il modo in cui la persona appare all’interno del video piuttosto che dal contorno. Il contorno è qualcosa di bello. Anche l’attore professionale di Hollywood è “leccato”, preciso e perfetto, noi non ce ne accorgiamo perché la sua perfezione sta proprio nel recitare senza far capire che sta recitando.

Noi visto che non siamo attori non abbiamo un copione da seguire, ma dobbiamo semplicemente essere noi stessi, possiamo fare ancora meno fatica.

Quindi togliere tutte quelle sovrastrutture di cui crediamo di aver bisogno per essere precisi, ed essere semplicemente noi stessi. Secondo me questo è il modo più semplice e bello per andare davanti una camera e fare bella figura.

Il tema della progettazione (42:20)

Florentino: Nell’esperienza che tu hai maturato in questo bimestre all’interno della Imprendipromotore Academy hai messo fortemente in rilievo il tema della progettazione, della pianificazione del video, perché più arrivi a progettare e a pianificare più alla fine questa cosa si rivelerà molto utile anche in termini di qualità del prodotto

Bottelli: Qui siamo lungimiranti, per essere lungimiranti è opportuno che i contenuti vengano pianificati. Per un semplice motivo, perché guardando lontano, quindi tenendo ben a mente l’obiettivo, siamo in grado di produrre dei contenuti che seguono una logica specifica.

Seguire una logica vuol dire poter attrarre a noi un pubblico che è sempre più interessato a quello che stiamo dicendo.

Se ogni due minuti cambiamo contenuti, strategia, argomenti rischiamo di continuare a frammentare quello che è un grande sforzo che facciamo per acquisire il pubblico nei confronti del quale poi noi eroghiamo il contenuto.

Pianificare, organizzare e strutturare bene la produzione dei contenuti a 360°, non solo del video, è qualcosa che secondo me ci semplifica la vita e ci fa fare meno fatica.

Florentino: Quando si parla di video marketing sono moltissimi i format da poter utilizzare. Durante le lezioni all’interno della Academy, ne hai citati più di qualcuno. Potresti raccontarci qualcuno di questi in modo tale che chi ci ascolta possa ricavare qualche consiglio da mettere in pratica?

Quali sono dei format, che oltre al video tradizionale a cui siamo abituati, potrebbero essere utilizzati dai consulenti finanziari?

Bottelli: Ogni video è unico, è una cosa che sostengo da tanto tempo e credo che il valore dei contenuti che noi possiamo proporre sta proprio nel fatto che siano unici.

In quanto unici dobbiamo sempre porci la domanda del “a chi vengono inviati questi video?”. Possiamo produrre il contenuto più unico, bello e coinvolgente del mondo però il coinvolgimento è dettato anche dal fatto che dall’altra parte ci sia qualcuno a cui questa cosa interessa.

Un errore che viene fatto spesso è proprio quello di pensare che un contenuto vada bene per tutti. Faccio un video, lo metto online, lo metto su Facebook, lo faccio girare: è l’approccio, a mio avviso, più sbagliato che si possa avere quando iniziamo una strategia di video marketing.

Vi faccio un esempio molto semplice, Il video corporate, quindi un video molto complicato in cui si racconta a 360° un’azienda o l’attività di un professionista, è un video molto tecnico da un certo punto di vista, può anche essere reso dinamico, può essere reso attraverso delle strutture un po’ più divertenti e morbide rispetto al classico video “la nostra azienda dal 1957 offre servizi…”.

Abbiamo portato come esempio il lavoro che abbiamo fatto con con Gabriele Turissini che abbiamo mostrato lunedì scorso durante l’Academy, però quello è una tipologia di video che non è destinata a tutti.

Io non posso pretendere che sui social dopo due secondi che mi è apparso il video corporate di un professionista io perda 3-4 minuti del mio tempo a guardarlo.

Dall’altra parte credo che per una persona che deve decidere se mettersi in contatto con noi per inviarci una mail e chiederci un preventivo o una collaborazione, quei 3-4 minuti spesi per cercare di capire come è fatta la struttura con cui noi stiamo per avere a che fare può essere un contenuto molto più significativo e molto più funzionale.

Il corporate è un contenuto che sicuramente avrà poche visualizzazioni, ma le visualizzazioni che ha saranno estremamente valide perché le persone che l’hanno guardato sono persone che veramente stavano esprimendo interesse nei confronti della nostra attività.

Dall’altra parte ci sono dei contenuti puramente divulgativi. Hai citato prima Marco Montemagno quindi video in cui un professionista si mette davanti alla camera e racconta il suo punto di vista o racconta  una soluzione che le persone possono mettere in pratica dal giorno dopo per fare qualcosa.

Questi sono video che sui social funzionano molto di più, e per i quali noi possiamo aspettarci che ci sia un coinvolgimento un po’ più immediato anche da persone con cui non abbiamo ancora una relazione. Questi video partono dal contenuto che interessa all’utente che poi scopre il contenitore, che in questo caso siamo noi.

Ogni video e ogni format ha un utilizzo e una funzione diversa. Adesso ho citato questi due ma potremmo metterne altri: c’è il vlog, come su un blog noi possiamo scrivere e raccontare quello che facciamo durante la nostra vita professionale e lavorativa o anche dei nostri hobby, ma lo facciamo in video.

Quello è un video che sicuramente lavora sulla vicinanza alle persone che ci seguono, ci permette di iniziare a diventare una presenza costante agli occhi delle persone che sono interessate a quello che facciamo.

Ce ne sono altre, ci sono i seminari, ci sono i webinar, ci sono i video integrali dei nostri speech, dei discorsi che noi teniamo a eventi, festival, seminari e quelli hanno una destinazione d’uso ancora differente.

Sono rivolti a persone che ci stanno chiedendo di trattare determinate tematiche specifiche, vogliono delle risposte molto più argomentate e possiamo indirizzarle nei confronti di quei video.

Insomma ogni video ha una funzionalità, l’importante è scoprire ed essere perlomeno consapevoli del come può essere utilizzato un video per sfruttarlo al meglio.

Fare un corporate per fare una strategia di social media marketing e postarlo cercando di raggiungere la massima copertura, il maggior numero di visualizzazioni possibili è una cosa che, a mio avviso, è completamente insensata.

La consapevolezza è il tema chiave per cercare di non fare errori e di trarre il massimo beneficio dai video che produciamo.

Florentino: A beneficio dei nostri ascoltatori volevo dire che il video corporate è una specie di mini documentario di circa 3-5 minuti che rappresenta in toto l’attività del consulente finanziario, presenta l’azienda del consulente finanziario.

Immaginiamo che i nostri ascoltatori, una volta che hanno sentito questa puntata del dell’Imprendipromotore podcast, decidessero di cominciare a fare video. La prima cosa che salta in mente è ovviamente quella di dotarsi di un attrezzatura. Qui entriamo in un mare magnum di opzioni.

Mi è capitato di vedere musicisti abbastanza scarsi che avevano però attrezzature mirabolanti confidando nella qualità dell’attrezzatura che doveva compensare la scarsa capacità a livello musicale.

Gli elementi essenziali (51:40)

Quali sono i due o tre elementi essenziali da cui non si può prescindere per fare video?

Bottelli: Innanzitutto, credo tantissimo che la differenza più grande, come in tutte le cose, la faccia la competenza e la professionalità.

Le competenze sono la chiave che permettono di far svoltare un progetto.

A me è capitato, avendo avuto un passato radiofonico, di vedere esattamente l’immagine che tu hai disegnato. Nel mondo del video è esattamente la stessa cosa. Faccio anche corsi di fotografia e mi sono reso conto di avere davanti corsisti che sono arrivati davvero con un’attrezzatura più grande e più costosa di quella che utilizzo io tutti i giorni per lavorare.

La cosa impressionante è come una persona che aveva in mano della strumentazione fotografica per fare dei piccoli reportage da circa €20.000, ma in compenso non la sapeva accendere e spegnere. Quando gli ho fatto fare la simulazione aveva davanti il tappo e non capiva perché l’immagine venisse nera.

Spesso si crede che la strumentazione possa fare la differenza. Quindi alla domanda che tu mi fai, gli elementi che non possono mancare, a mio avviso, come prima cosa dico le competenze.

Non importa che tu stia girando con un iPhone o con l’ultimo modello di videocamera che magari costa anche €60.000, l’importante è essere consapevoli del risultato che vogliamo ottenere.

La seconda cosa è, in base agli strumenti che abbiamo, essere capaci di capire, di conoscere i limiti degli strumenti che abbiamo, della situazione in cui dobbiamo girare il nostro video e facendo la combinazione di questi due elementi cercare di trovare il compromesso per portare a casa il miglior risultato possibile.

Non mi sentirei neanche di dare un suggerimento sulla strumentazione.

Se volete fare dei video decenti, in particolare se puntiamo ad avere una diffusione social, veramente basta l’iPhone. Il problema è che spesso all’iPhone viene chiesto di lavorare come una videocamera professionale e questo l’iPhone ovviamente non è in grado di farlo.

È importante, quindi, la competenza e la consapevolezza di quali sono le potenzialità e limiti degli strumenti che abbiamo in mano.

Un iPhone permette di realizzare un vlog in cui raccontiamo quello che facciamo durante la settimana, che è un bellissimo strumento per comunicare con i nostri clienti senza la pretesa di realizzare un video professionale e di conseguenza possiamo farlo nel modo più naturale possibile, possiamo dimenticarci quasi completamente dei limiti della nostra strumentazione perché anche se non è al 100% perfetto va bene così.

Dall’altra parte quando iniziamo a metterci davanti alla camera per fare dei video divulgativi dovremmo già iniziare ad utilizzarlo in un modo un po’ più consapevole, possiamo anche andare avanti ad utilizzare un iPhone se non abbiamo la pretesa, ad esempio, di farlo funzionare di notte, e qui magari una formazione adeguata ci permette di sfruttare non tanto l’iPhone ma la situazione in cui vogliamo girare a nostro vantaggio, per cercare di accorciare la distanza tra il prodotto che può fare un iPhone e il prodotto che invece  realizza una camera più professionale.

Le competenze e la consapevolezza sono un po’ le chiavi da questo punto di vista.

Invece per quanto riguarda un video corporate, io non mi sognerei mai di vedere qualcuno che lo giri con un iPhone. Perché usare come bigliettino da visita un video che ha la pretesa di essere professionale, ma in realtà è amatoriale, a mio avviso non trasferisce una bella immagine della persona che l’ha realizzato.

È opportuno fare le cose giuste. Gli strumenti che abbiamo in mano oggi, ad esempio l’iPhone o qualunque altro smartphone, ci può permettere di produrre fin da subito dei contenuti molto belli, l’importante è sapere quali e come farlo nel modo migliore possibile, come sfruttarlo al 100%.

La chiave è l’informazione e la formazione, da queste due cose non si scappa. Possiamo anche crescere a livello di strumentazione e imparare a gestire le più svariate situazioni, ma le prime due chiavi sono quelle.

I due nuovi format (59:00)

Florentino: Non posso che condividere con te questo perimetro all’interno del quale muoversi per poter cominciare a produrre video.

La settimana scorsa abbiamo presentato anche in Academy due nuovi format, uno formativo, un corso di due giornate intitolato “Video marketing per il consulente finanziario” e un format più tecnico che mettiamo a disposizione dei consulenti finanziari e che si intitola “All you can film”.

Hai voglia di raccontare questi format in che cosa consistono? Per chi fosse interessato può andare direttamente sul sito dell’Imprendipromotore cliccando sull’etichetta “Video Marketing” per avere la possibilità di accedere alla pagina che racconta che cosa è il corso di VideoMarketing  per il consulente finanziario e la formula “All you can film” oppure semplicemente potrà scrivere all’indirizzo email video@imprendipromotore.it.

Bottelli: Parto dal corso di VideoMarketing che è l’evoluzione di un percorso lungo due mesi che abbiamo fatto all’interno della Imprendipromotore Academy e che è rimasto aperto a tutte le persone che sono iscritte, a tutti gli allievi dell’Academy, un corso che mira ad essere più pragmatico, mira a prendere le persone che vogliono iniziare a fare video e a fargli toccare con mano cosa vuol dire realizzare un video.

Farle provare a stare davanti e dietro la camera perché nella logica di autosufficienza nella produzione di contenuti video è importante che una persona sia consapevole che dovrà stare allo stesso tempo, nello stesso luogo sia davanti che dietro la videocamera.

Trovare i giusti compromessi, trovare la situazione e la luce migliore per poter girare video e anche poi come prepararsi all’esperienza della registrazione del video.

Partiremo dalla pianificazione e la preparazione del contenuto alla realizzazione del video, fino arrivare alla diffusione di questi video.

Dal pensarli al metterli online e anche come tarne il massimo beneficio.

L’altra formula è l’All you can film, un’idea che abbiamo costruito insieme per i consulenti finanziari che non hanno tempo per mettersi a produrre dei contenuti o che non hanno le risorse necessarie per farlo.

In questo caso ci sarà una persona, io o un mio collaboratore fidato, che aiuta i consulenti a produrre dei video attraverso una sessione di preparazione e una da passare in studio o presso la location preferita. Il valore aggiunto è quello di avere a disposizione una persona che aiuta a preparare il contenuto e a stare davante a una videocamera. Alla fine, il consulene finanziario avrà a disposizione dei video pronti da poter essere pubblicati. Non c’è un limite nei video che possono essere prodotti all’interno di una giornata e possono essere prodotti video di format diversi.

Le persone possono decidere se vogliono dedicare del tempo per produrre contenuti in autonomia oppure scegliere qualcuno che li produca per loro. L’obiettivo è proprio quello di dare tutte le risorse possibili per permettere ai consulenti di produrre video.

Questa puntata dell’Imprendipromotore Podcast è stata l’occasione per comprendere l’importanza dello strumento video per il consulente finanziario.

Il mezzo video lavora concretamente su più fronti che possono dare grande vantaggio al consulente nella sua azione di marketing e nella sua azione di miglioramento della propria credibilità e autorevolezza oltre che di capacità e immediatezza nella comunicazione, nella generazione di valore della clientela e nella percezione da parte dei clienti del valore del consulente finanziario.

Il confine tra un prodotto realizzato bene e un prodotto di scarsa qualità è molto sottile, per questo la preparazione, l’attenzione ai particolari, la realizzazione di un video professionale possono realmente fare la differenza nel come farsi percepire dal mercato.

 

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